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BURIED - SEPOLTO regia di Rodrigo Cortés

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jack_torrence     5 / 10  07/02/2011 19:29:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Subito dopo la visione di "Buried", andate a rivedere le scene ambientate dentro una bara di "Kill Bill II". Vi accorgerete che lo spazio in "Buried" è molto meno angusto. Che i movimenti di macchina spesso fluidi (gli unici "virtuosismi" che il regista qui si è concesso, dal momento che si era auto confinato dentro uno spazio tanto stretto) finiscono per essere in "Buried" l'opposto di quello che vorrebbero. Vorrebbero vagamente corrispondere a un'esibizione di talento (nell'uso della macchina da presa entro gli spazi di una bara) e invece, celandone in modo rozzo la maggiore estensione del set, finisce per rendere inverosimile il punto su cui tutto vorrebbe incentrarsi.
Non c'è la claustrofobia che ci dovrebbe essere, in "Buried".
E'questo il difetto più grave di un film che dovrebbe essere ossessivamente claustrofobico.
E invece finisce per avere la stessa claustrofobia che potrebbe esserci se il protagonista fosse segregato in uno stanzino. Luogo sì angusto e in cui non sarebbe piacevole trovarsi, nelle sue condizioni. Però non angusto come una bara.
Pure la scorta d'aria in suo possesso appare esageratamente abbondante.
Il film è dunque vistosamente inverosimile nel suo cuore.
Su questo non si può transigere; mentre – a fronte della realizzazione di un soggetto senza dubbio unico sinora, in tutta la Storia del cinema (attenzione, però: sarebbe un errore considerare che ad essere "unico" sia il film tutto. "Unico" è solo il fatto che un determinato soggetto, una volta concepito, sia stato anche realizzato. Ma non stiamo parlando che del soggetto, e trascuriamo tutto il film: mica niente…) – si potrebbero perdonargli tanti altri difetti.
E mi riferisco alle inverosimiglianze di sceneggiatura, alla sciattezza della stessa sceneggiatura. Così come – a voler essere buoni – se ne potrebbero anche apprezzare i vaghi cenni di critica socio-politica (che cadono comunque in una vistosa contraddizione nel finale, dove non esiste alcuna necessità che un determinato nome sia pronunciato dalla medesima persona che l'aveva menzionato prima, e che ora autodenuncia una bugia in modo psicologicamente inattendibile anche nel più cinico dei cinici, pertanto solo allo scopo di "corredare" di enfasi una sorpresa per lo spettatore).