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REPULSION regia di Roman Polanski

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antifan     8 / 10  03/01/2017 17:18:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film cult di Polansky; al suo secondo lungometraggio il regista tira fuori quello che con il tempo sarà considerato il primo della trilogia del " appartamento", oltre a questo Repulsion vedranno luce anche Rosemarys'baby(mi manca) e sopratutto il capolavoro assoluto che è "L'inquilino del terzo piano". Rispetto a questo ultimo Repulsion appare come un film raffinato nella forma anche se un po acerbo nello sviluppo del contenuto; è come se Polansky, sebbene padroneggi la materia filmica, non abbia ancora trovato la sua voce personale ma che cerchi talora di trasmettere usando lo stile della Novelle Vague francese, ora il neorealismo per trattegiare il peronaggio di Carol, e tutti che gli altri che le ruotano intorno. Un film sperimentale, forse troppo per una storia in sé semplice e lo mostra il fatto che la storia non abbia mai momenti di pausa, di rilasso, ma una volta partita non si ferma fino all'inevitabile finale, dove almeno nella prima parte non brilla se non per lo sperimentalismo e raffinatezza (certo non è poco eh..). Catherine Deneuve , la protagonista, parla poco ma trasmette molto: spesso delicata, a momenti arrapante e anche molto perversa, ma credo che lei sia perfetta nel film semplicemente perche ha il volto azzecato, ma onestamente trovo difficile chiamarla "grande interpretazione". Gli altri sono più che altro figure di contorno, che servono solo per comprendere la mente allucinata e confusa di Carol. Mente che viene rappresentata con l'appartamento e d è qui che si vede la mano di Polansky: raffinata e delicata nella prima parte, per poi scatenarsi, dando sfoggio a un estro artistico notevole. Analogamente si può fare il discorso con la caratterizzazione dell'attrice : prima inoffensiva per poi lasciarsi andare definitivamente nella seconda metà. Classico. Polansky gioca e sa di saper giocare con lo spettatore cullandolo per poi sorprenderlo con scene che sono da antologia: Le mani sui muri, i sogni(o meglio incubi), il finale beffardo e ironico( è l'uomo tanto odiato a aiutarla a differenza degli altri..) con la terribile immagine finale.
Encomiabile l'uso delle scenografie( la scelta di come vengono riprese le stanze che sembrano variare di grandezza..), e della tecnica fotografica e degli effetti sonori che rendono il film man mano sempre più asfissiante, claustrofobico. Un Horror psicologico dove si sprecano le interpretazioni, Polansky dissemina un sacco di indizi che suggeriscono i traumi, i desideri repressi, le paure della protagonista, ma lasciando il giudizio finale allo spettatore.
A mio avviso il film nonostante sia di impatto non riesce però ad essere più di un brillante e angosciante esercizio di stile, caso di un film piccolo girato magistralmente che però mostra l'immenso talento del grande regista polacco.