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PIRATI regia di Roman Polanski

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amterme63     6 / 10  06/03/2011 14:49:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film discreto per passare una serata distraendosi. Tutto qui.
Con "Tess" Polanski si è inserito ormai del tutto nel ciclo del cinema maggiore inquadrato, quello "mainstream", legato ai grandi produttori e a regole "standard" di fare materia filmica.
Con "Pirati" va oltre e si avvicina alla tipologia dei film di cassetta, cioè quelli fatti per ingraziarsi il più possibile il favore del pubblico, offrendo un piacevole e disimpegnato divertimento.
Domina la semplicità di tratteggiamento, sia dei personaggi che delle situazioni. Si fa affidamento all'immaginario collettivo (i miti dei pirati) e all'armamentario delle tipologie umane consilidate tramite la narrativa di massa (il buono, il cattivo, le avventure continue, gli intoppi, i pericoli scampati, le situazioni apparentemente compromesse che si risolvono con sorpresa e soddisfazione, la crapula, la vita piena e libera e l'amore nobile, constrastato, impossibile).
Il film si fa amare soprattutto quando cerca di essere comico o ironico, come nelle scene di stile "slapstick" (la gamba di legno che si incastra, la corda che si inceppa, una cacca che fa scivolare l'eroe, una catena che impedisce la fuga, travestimenti improbabili, ecc.).
La scena del pranzo con il topo è la più bella di tutte e degna di rimanere per sempre impressa nella mente del cinefilo.
Fallisce miseramente invece nelle scene di battaglia. Quella finale notturna è girata malissimo, montata pessimamente, un fallimento totale, una caduta clamorosa per il sempre altissimo livello tecnico del cinema di Polanski.
E' un film da guardare a mente spenta. Se ci sono implicazioni, sono tutte di natura indiretta. Risulta ormai assodato che si agisce o per sete di denaro, o per sete di potere, oppure disinteressatamente ma fin troppo fedeli agli obblighi verso i superiori (tanto da sacrificare la propria felicità personale). Il povero personaggio di "Ranocchio" è l'unico "positivo", su cui convergono tutte le simpatie e le "speranze" in qualcosa di positivo da parte dello spettatore. C'è poi una leggera simpatia verso chi sta in basso (la ciurma della nave) o chi è libero e agisce per se stesso fuori delle istituzioni (il Capitano gambadilegno). Ma si tratta di accenni. Tanto più che ci si piglia la briga di parodiare "La corazzata Potemkin", film che non merita davvero tutto l'accanimento contro, che gli è stato portato dalla fine degli anni '70.