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LUNA DI FIELE regia di Roman Polanski

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amterme63     5 / 10  17/03/2011 12:30:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo dire che questo film non mi ha convinto per niente. A parte le scene molto erotiche, il resto scorre in maniera troppo lenta e monotona. Viene da osservare in maniera distaccata quello che fanno i protagonisti (a mo' di voyeur), piuttosto che immedesimarsi e vivere i loro sentimenti. Polanski non è riuscito a coinvolgere l'animo dello spettatore, ma solo a stuzzicare il morboso che è in tutti noi.
Il film è strutturato come un presente interrotto da frequenti e lunghissimi flashback. Le parti in causa sono due: Nigel, uno scialbo, piatto e stereotipato inglese e Oscar, uno scrittore americano fallito e depravato (una copia sbiadita e superficiale del tipo alla Bukowski). Le donne fanno da comprimarie, da proiezioni del desiderio maschile. Esistono quindi esclusivamente come oggetti e ossessioni dell'universo maschile (vero protagonista del film).
La parte di Nigel corrisponde idealmente allo spettatore, immaginato come convenzionale, represso e allo stesso tempo desideroso di provare in maniera indiretta (il racconto per immagini, sublimazione del rimosso) tutto ciò che è "proibito" e disdicevole. Oscar (personaggio che dovrebbe essere luciferino, circondato da brutta fama) rappresenta invece Polanski stesso e il cinema in generale, il quale mostra ciò che desidereremmo ma che non abbiamo il coraggio di fare.
I personaggi sono totalmente strumentali e si vede. Mancano di verità, di profondità. Le scene vogliono semplicemente rappresentare l'erotismo e spesso si ha la sensazione che questo sia quasi fine a se stesso, un po' come nei film porno. Ci si sofferma spesso e a lungo su procedure, preparativi, descrizioni, mantenendo però la "decenza", facendo intuire più che mostrando. Nondimeno l'intenzione non è quella di spiegare una parte dell'animo umano, ma di infoiare lo spettatore (e un uomo è difficile che rimanga indifferente a certe scene).
Mi vengono in mente i contemporanei film di Almodovar, "Nove settimane e mezzo" e "Basic Instict". In questi il sesso spinto era sempre in funzione alla descrizione di personaggi, una semplice parte di un tutto amalgamato e complesso.
In"Luna di fiele" i personaggi hanno invece cambiamenti fin troppo repentini e inspiegati. Ne risente anche la recitazione che tende più che altro a rappresentare o illustrare le scene, piuttosto che a evocare persone viventi (vedi la moglie di Polanski, sculettante e dolce allo stesso tempo – tutto quali al solo scopo di mostrare bravura recitativa). Lontanissimi i tempi in cui Polanski usava un'icona della bellezza come Catherine Deneuve in maniera misuratissima e funzionale alla storia.
Il finale ricalca quello di "Frantic". Vede una coppia che ha affrontato situazioni impreviste e imprevedibili e che hanno scosso alquanto il loro rapporto, trovarsi davanti a un futuro incerto, certamente molto diverso dal passato. Il "pericoloso" e il "proibito" sono serviti quindi per conoscersi meglio.
Rispetto a "Frantic", "Luna di fiele" non coinvolge (a parte le scene "infuocate") e decisamente annoia. Uno dei punti più bassi raggiunti da Polanski.
amterme63  17/03/2011 12:50:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi vengono in mente i contemporanei film di Almodovar, “Nove settimane e mezzo” e “Basic Instict”.
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Da questa frase andrebbero tolti i riferimenti a "Nove settimane e mezzo" e a "Basic Instict". Li vidi troppo tempo fa e ne ho un ricordo un po' vago.
I film di Almodovar invece sono infinitamente superiori a questo.
elio91  17/03/2011 12:55:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di solito sono d'accordo con i tuoi commenti ma leggere che Bitter moon sia uno dei più grandi flop di Polanski mi fa davvero strano. Anzi,io lo collocherei nei punti più alti!

Questione di punti di vista; ad esempio le scene erotiche le ho trovate funzionali a quello che veniva raccontato (ancora meglio quando sono spinte) e in linea di massima non intaccano quella che per me è la parte più riuscita del film,cioé la seconda parte in cui la cattiveria che viene raggiunta è davvero agghiacciante.
Forse sono io un pò di parte che adoro questo regista,però molti lo considerano addirittura il suo capolavoro...
amterme63  17/03/2011 22:39:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Elio.
Sì, ho visto che questo film su Filmscoop gode di grande stima. In questo caso sono proprio una voce fuori dal coro, anche se ho notato con sorpresa che nel numero monografico del Castoro su Polanski chi lo ha redatto è più o meno della mia stessa opinione. Viene contestato a questo film il fatto di usare le immagini in funzione solamente superficiale, rinunciando a tutte le implicazioni che gli oggetti, gli ambienti, i modi con cui si riprende possono dare sul significato profondo di una situazione. Non so se hai visto "Il coltello nell'acqua". Ecco quello è un capolavoro per come si presentano le immagini, come la mdp si pone verso i soggetti e l'ambiente. Si riesce a dire molto molto di più della semplice rappresentazione. In quel film si sente perfettamente la rivalità maschile, la sfida per il dominio sulla donna fra due uomini, i caratteri sono finemente ritratti, c'è molta profondità e verità emotiva. In "Luna di fiele" si privilegia invece il lato spettacolare, quello più diretto, di più impatto ma anche più parziale e "sbrigativo".
A me sono sfuggite le ragioni di Oscar. Diventa cattivo e crudele ma perché? Solo perché con Mimì si sente impotente? Il suo carattere si ridurrebbe quindi alla sola pretesa di potenza sessuale e di possesso. Il resto è lasciato in ombra, non viene nemmeno accennato. Alla storia basta questo, per la "soddisfazione" dello spettatore è sufficiente.
Ci sono tanti altri film in cui ci sono scene erotiche bollenti o crudeli, ma lì il tutto è inquadrato in un contesto, viene data enfasi e profondita. Qui invece è risolto tutto in maniera un po' superficiale e sbrigativa. E' troppo repentino anche il voltafaccia di Mimì, da ragazza buona e remissiva a crudele e insaziabile. Facile liquidarlo in due battute. I personaggi nei film degli anni '60 di Polanski erano molto molto meglio tratteggiati.
A discapito di Polanski c'è da dire che probabilmente era sua intenzione di fare con "Luna di fiele" una specie di satira avvelenata (tipo "Non mordermi sul collo"), prendere in giro il genere del film erotico. Se era questa la sua intenzione allora secondo me non gli è venuta bene. E' un film con singole belle scene ma nel totale non mi ha convinto per nulla. Poi a te e ad altri può piacere, non c'è nessun problema.
Comunque non ho detto che è stato uno dei più grandi flop di Polanski (questo titolo spetta forse a "Che?"), ma uno dei punti (relativamente) più bassi in una carriera piena di grandi opere.
bulldog  17/03/2011 23:50:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luna Di Fiele in primis racconta cosa significa relazinarsi in modo inconsapevole, in uno stato mentale immaturo.
Nella prima parte difatti vi è l'innamoramento inconsapevole di due persone che credoni di avere finalmente trovato l’amore
Ma pian piano, la loro relazione si fa sempre più profonda ed entrambi scendon sempre più a compromessi, aumentando di conseguenza il rancore ed il risentimento verso l’altro.
Uno è tiranno dell’altro, poi i ruoli si scambiano, ma il succo non cambia.
Il finale drammatico mostra come l’amore senza la consapevolezza porti solamente al dolore e alla distruzione.

Capolavoro.
amterme63  18/03/2011 08:39:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho capito, si tratta della perfetta trasposizione di uno schema. Ma solo di schema si tratta, secondo me. Troppo semplificato, troppo esplicativo. Il lato "morboso" della vicenda sovrasta tutto quello che è umano (che è molto più complesso e assai meno diretto). La storia è una scusa per mostrare e per "stimolare" i desideri repressi, non per spiegarli, secondo me. Polanski tratta lo spettatore come Oscar tratta Nigel, lo vuole "intorbidire", vuole che lui si ecciti e si disinibisca. Le "crudeltà" sono risolte soprattutto come espressione di piacere sessuale piuttosto che come rappresentazione di dolore umano.
E poi non è vero che l'amore di Oscar e Mimì sia un "amore senza consapevolezza", anzi è il contrario, è un amore con TROPPA consapevolezza, è un sentimento più riflesso e cerebrale che emotivo e sentimentale. La morte non è altro che la meta finale dell'excalation dei sensi morbosi cerebrali. Da questo punto di vista però "Crash" di Cronenberg dice molto di più e molto meglio, in maniera ancora più drammatica e approfondita.
Comunque capisco il tuo modo di vedere e ci sta che seguendo il tuo ragionamento possa essere un capolavoro.
Ciao Giovanni.
bulldog  18/03/2011 14:21:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si ma la troppa consapevolezza, come giustamente dici, arriva troppo tardi...in realtà il film è tutta una ricostruzione.
A me non sembra si cerchi di stimolare desideri repressi, se questi fossero stati gli intenti direi che avrebbe potuto spingersi nettamente più fondo.

Ciau