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WONDERFUL TOWN regia di Aditya Assarat

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Ciaby     8 / 10  13/03/2010 23:29:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è grazie a film come questi che continuo ad essere appassionato al cinema thailandese, un cinema meno conosciuto di quelli giapponesi e coreani, ma poliedrico, affascinante e ricco di piccoli capolavori tutti da scoprire. Essì, perchè tra il tantissimo ciarpame in homevideo, la Thailandia se ne esce spesso e volentiere con opere destinate ad essere poco notate, ma che meriterebbero molta attenzione. Ho conosciuto "Wonderful Town" casualmente, navigando sul fotolog del mio amico cineticamente (http://www.fotolog.com/cineticamente), e sebbene sia un film che pare avere una certa notiorietà festivaliera, giuro di non averlo mai sentito nominare in precedenza.
Quindi non posso che ringraziare lui per questa grande scoperta, perchè "Wonderful Town" è un film bellissimo, girato per mano destra e chiaramente ispirato al minimalismo registico del miglior Ratanaruang, così come allo studio sugli spazi aperti e su storie esili tipiche di Apichatpong Weerasethakul. Il regista elabora una silenziosissima e semplice love story, sullo sfondo di una città deserta e in rovina (ispirazione di Jia Zhang-Ke e del capolavoro "Still Life"? assai probabile), dove il tutto viene ripreso con crudele realismo e con una patina di poesia assorbita in una fotografia raramente così curata e avvolgente. E che dire poi di quelle musiche tra l'improvvisazione su chitarra acustica e il folk-country? Straordinarie.
Gli attori rendono bene il triste disagio e il dolce amore che provano e si muovono sullo schermo fragilmente, ma non come vittime, sono persone che hanno paura di lasciarsi sopraffarre dai sentimenti e finiscono per autodistruggersi, come la città in cui vivono.

"Tutti corrono per Bangkok. Tu sei corso qui"
L'amore tra i due era già presdestinato sin dall'inizio e da questa frase lo si capisce, così come lo si capisce dalla fine dell'intreccio (che non dico per evitare spiler), o almeno così sembra, come l'incontro tra due culture diverse: paradiso e inferno, splendore e declino.


"Wonderful Town" è un acquarello di vita, destinato a infliggere il cuore e, sebbene, scorra molto lentamente, pian piano, nel suo scorrere si colgono le emozioni di un quadro vitale destinato all'eterna memoria.
Il finale crudele, tragico e sottile chiude l'epopea distruggendo il dolce realismo e lasciando precipitare il film in una spirale finale che è la chiave del film e il cuore di una città distrutta, ma non morta.