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LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA (2010) regia di Breck Eisner

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     6½ / 10  25/04/2010 15:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mettete un (bel) po' di "Rabid" aggiungendo tanto "Cabin fever"; spargete qua e là pizzichi di "Shining", di "Fog", di horror alla Lucio Fulci insieme a tanto "La notte dei morti viventi"; cucinate in salsa "28 giorni dopo" o "Virus letale" e guarnite con qualche strizzatina d'occhio a "Nightmare": otterrete questo remake dell'omonimo originale di George Romero.
Un capolavoro, dunque? Magari! Il problema è che tutti questi ingredienti sono serviti in salsa insipida, tecnicamente tanto impeccabile quanto priva di quell'anima che ha reso Cronenberg, Carpenter, lo stesso Romero dei veri e propri Maestri del genere...
Romero, come produttore di questo remake del suo omonimo film del 1973, sembra più interessato a mostrare tutto l'orrore che nella sua versione decise (o non poté) mettere in scena piuttosto che restituirci quel clima "politically very uncorrect" che caratterizzava le sue pellicole girate con quattro soldi, tante idee e quasi nessun mezzo. L'inedita produzione indipendente arabo-statunitense poteva far sperare in tal senso...
Comunque, non essendo affatto un film da buttare e valendo ampiamente il prezzo del biglietto, vediamo ciò che funziona: anzitutto (cosa fondamentale in pellicole thriller-horror) riesce davvero a tenere sulla corda noi spettatori dall'inizio alla fine con una tensione sempre viva sulla quale piombano improvvisi quanto efferati colpi di scena ripetuti che mettono a dura prova adrenalina, cuore e stomaco. Cito almeno tre sequenze da vera e propria antologia:

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Tremendamente efficace la rappresentazione della violenza militare con sequenze degne di un film sul Nazismo (vedi la brutale irruzione con conseguente "disinfezione" nella fattoria abitata da madre e figlio): forse proprio in questo calcare la mano sulla violenza militare (con tanto di contrappunto quando uno di questi soldati viene catturato dai protagonisti in fuga) che talora è persino più brutale di quella dei malati e che dunque crea un clima di sospetto e terrore senza scampo, si vede la mano di Romero. Un appuntino: chissà se nell'America di Bush si sarebbe potuto girare un film simile?
Funziona la semplice e non originale storia: nel suo già visto e nella sua estrema linearità costruisce una vicenda talmente ben caratterizzata spazio-temporalmente da catturare senza difficoltà lo spettatore.
Bella la fotografia sottoesposta e sgranata mutuata dal caposaldo "Harry, pioggia di sangue" del genio McNaughton e poi continuamente riproposta in tante pellicole di genere e non solo.
Buoni gli effetti speciali, compresi quelli più "sofisticati" e spettacolari.
Ottimo l'uso classico di musiche, montaggio serrato, campi e controcampi nonché cinepresa a spalla per generare suspence fino all'inverosimile.
Ancora: molto apprezzabili gli inserti "militari" che, anonimamente, sulla base di immagini prese presumibilmente da satelliti-spia, annunciano con tecnologica, puntuale freddezza le azioni dell'Amministrazione Militare nelle zone infestate dal virus.

E proprio da questo aspetto parto per elencare i difetti del film: c'era estremo bisogno di un doppio finale che sembra appiccicato per forza senza aggiungere nulla al finale vero e proprio, anzi, finendo per sminuirne la carica profondamente inquietante e tragica?
Hanno senso certe inverosimiglianze palesi che riguardano i protagonisti?

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Ma il limite più grande del film è proprio "ideologico": da buon film americano non riesce a staccarsi dal solito familismo incrollabile (anche se rinuncia alla dimensione religiosa e/o metafisica, e questo è già un mezzo miracolo!) e, soprattutto, dalla caratterizzazione forzosa della coppia bella-brava-bionda (lei) con coraggioso-bello-bravo-aitante (lui) che si salvano persino nelle condizioni più inverosimili

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Infine, non osando mai arrivare al parossismo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER il film rinuncia però ad ogni tocco di ironia lasciando uno strano retrogusto in chi lo guarda: in bilico tra realismo esasperato e inverosimiglianze narrative di genere, finisce col non convincere su entrambi i fronti. Peccato. Peccato. Peccato!
In mano a un regista e a una produzione più estremisti e coraggiosi, ci sarebbe stata materia in abbondanza per creare un vero cult-movie insostenibile alla visione e anarcoide quanto destabilizzante come messaggio. Invece (dimenticando decisamente l'inutile secondo finale) ci dobbiamo accontentare di un buon prodotto generatore di ansia e adrenalina pura: difficile reperire un DVD de "La Cosa" di John Carpenter per ispirarsi a dovere?
A quando il "Moon" del genere horror? Ovvero: quando risorgerà il genere horror?
KOMMANDOARDITI  30/04/2010 09:46:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Durante la "tremenda,satanica,sanguinosissima,razzistissima dittatura" Bush è stao girato un film come LA TERRA DEI MORTI VIVENTI....se ne era dimenticato la signoria illustrissima?
HARRY era per caso il fratellino minore di HENRY_PIOGGIA DI SANGUE?
ULTIMA DOMANDINA : quando rinascerà il GENERE in Italia?Altro che genere horror all'estero! La nostra situazione paludosa la vedono anche da Alfa Centauri!
Ma forse tu ci scrivi da una galassia esterna....:-D :-D :-D
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  01/05/2010 03:02:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Kommando, condivido tutti i tuoi rilievi anche se mi permetto di risponderti che "La terra dei morti viventi" è stato un'eccezione... Giusto il refuso su "Henry, pioggia di sangue" (chiedo immensamente venia!!!); infine d'accordissimo sulla tua ultima domanda. Probabilmente mi sono spiegato male nel commento: quando intendevo "genere horror" lo intendevo in senso assoluto e senza riferimenti "geografici". Quindi siamo sostanzialmente d'accordo su tutto. ;)
KOMMANDOARDITI  01/05/2010 10:50:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio per la risposta , specificando però che il virgolettato su Bush era chiaramente sarcastico :-)