caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FUGA DA ALCATRAZ regia di Don Siegel

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Guy Picciotto     9 / 10  05/09/2009 17:58:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualcosa di più del semplice film d'ambientazione carceraria.
Tutto il calvario che il vecchio Don Siegel racconta dal primo all'ultimo fotogramma, non ha la fretta di arrivare all'evasione del titolo, perlopiù concentrandosi sul tratteggio del realmente esistito Frank Morris, sul disegno psicologico di questi e il suo relazionarsi con l'ambiente da cui, teoricamente, è impossibile fuggire (non per nulla soprannominato "The Rock", la roccia).
Morris è la sintesi dei personaggi di Siegel: come il Charley Varrick dell'omonimo bellissimo film, un uomo astuto il cui quoziente intellettivo superiore gli permette di osservare, taciturno, quanto i suoi occhi di ghiaccio filtrano (dai compagni di cella, con alcuni dei quali fraternizza, alle guardie, alle mura del penitenziario, sino alle quattro pareti della sua cella d'isolamento). Una figura senza passato e senza famiglia, come lui stesso dice: caratteristiche che, però, ne fanno indubitabilmente un vincitore, conferendogli la possibilità di osare l'inosabile senza dare nell'occhio, e uscire da Alcatraz premiato dalla grazia, secondo strategie accuratamente studiate nei minimi particolari, ma anche mezzi di fortuna.
Se l'ambientazione rientra a piedi pari nel filone carcerario, secondo tipologie e stilemi che di esso si conoscono (la durezza delle istituzioni, l'arroganza dei secondini, il sadismo del direttore, ecc.), proprio la preparazione della fuga è al centro d'una seconda parte catartica, dalla messinscena casta e scarna, tutte le volte che la m.d.p. si sofferma su gesti e dettagli, perchè è questo ciò che interessa.
In "Fuga da Alcatraz", nel pieno di un cinema americano di stampo classico e tradizionale, s'inoltra lo stile poveristico, modernissimo e inconfondibile del più estatico dei cineasti, Robert Bresson, in particolare di "Un condannato a morte è fuggito".
E nell'ultima collaborazione con l'amico Siegel, Clint Eastwood regala una delle migliori interpretazioni, la cui controllatissima freddezza, mai tanto in parte e funzionale al contesto, trova il varco vincente di un'opera silenziosa, monastica, serrata, irrinunciabile.
Frank Morris è l'eroe "siegeliano" per eccellenza: un uomo apparentemente sottomesso, piegato, "inserito", ma che in realtà finge di accettare le regole del gioco solo per rendere ancora più netta e inequivocabile la sua ribellione. Fuga da Alcatraz è un film asciutto, misuratissimo, completamente privo di fronzoli (come nello stile di Siegel), eppure ricco e cinematograficamente impeccabile. L'ultima collaborazione tra Eastwood e il maestro Siegel è forse il risultato più alto del loro connubio artistico (assieme a "la notte brava del soldato jonathan" e "dirty harry"), nonché, in assoluto, un capolavoro senza tempo.
Ciumi  20/09/2009 18:28:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao, dato che hai citato Bresson e il suo "Un condannato a morte è fuggito", prova a vedere "Il buco" di Becker, altro straordinario esempio di cinema carcerario essenziale.

Guy Picciotto  24/09/2009 11:36:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si lo conosco gia "il buco", assieme a quello di Bresson e a quello di Siegel credo si tratti dell'apice per questo genere, non ne ricordo altri all'orizzonte che possono reggere il confronto con questi capolavori asciutti e serrati, credo che se si vuole dire ancora qualcosa di nuovo nel carcerario bisogna percorrere nuove vie, penso a Genet che ci provò col corto "un chant d'amour" ma il risultato è abbastanza spiazzante.
Ciumi  24/09/2009 18:06:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, anche perché i vari: "Il miglio verde" o "Le ali della libertà" non mi hanno entusiasmato molto, per non parlare di "Fuga di mezzanotte", che ho trovato davvero mediocre.
Comunque quello carcerario è un (sotto)genere che mi attira parecchio. Sono belli anche "io sono un evaso" e soprattutto "Sciuscià".
Ah, "Detenuto in attesa di giudizio" non era neppure tanto male...

Invia una mail all'autore del commento Il Cartaio  19/10/2009 04:41:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film è bellissimo e su questo non si discute... ma non puoi dire certe cose di capolavori come "Le ali della libertà" e "Il miglio verde" dove trovi attori immensi come Freeman e Hanks... il tutto tratto da 2 romanzi di un immenso scrittore qual'è Stephen King!!!!
Ciumi  19/10/2009 08:27:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho semplicemente affermato che non mi hanno entusiasmato eccessivamente. Sicuramente li trovo inferiori a tutte le pellicole che ho citato.
Anch’io potrei dire la stessa cosa a te: che sbagli a considerare quei due film superiori a “Fuga da Alcatraz”, ma dato che non ho la presunzione di possedere la verità assoluta, evito quest’imprudenza.
Tutt’al più posso consigliarti di provare a vedere (se ancora non li hai visti) “Un condannato a morte è fuggito”, “Il buco” e “Sciuscià”; che ritengo essere i migliori di questo genere. Chissà, magari su quelli potremmo trovarci entrambi d’accordo.

Invia una mail all'autore del commento Il Cartaio  19/10/2009 13:32:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accetto il consiglio e me li guarderò sicuramente, ciaoooo