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FUGA DA ALCATRAZ regia di Don Siegel

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76eric     10 / 10  11/02/2012 17:16:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impossibile non farsi coinvolgere da quelle pellicole che parlano del dramma vissuto all' interno di un carcere, genere questo che difficilmente fà il cosìdetto buco nell' acqua.

Fra questi "Fuga da Alcatraz" è senz' altro uno dei titoli più conosciuti, più celebrati e per quello che mi riguarda più riusciti. Anzi proprio il mio preferito in assoluto.

Non avendo letto il libro dal quale la tanto veritiera quanto incredibile vicenda è tratta, la sua prima carta vincente è come viene rappresentato il "Mito della Roccia", che giace su un 'isolotto circondato da acque gelide e che dista qualche miglio dalle coste. Sinonimo queste ultime della libertà e della vita sprigionata dalle sagome dei gratacieli di San Francisco, che permettono di fantasticare i detenuti durante l' ora all' aperto. Nessun altro film è riuscito a fotografare al meglio l' immagine, l' aurea leggendaria della prigione dalla quale è praticamente impossibile riuscire ad evadere.

A differenza di altri film sul genere nonostante anche questo non lesini a raccontare il dramma dei detenuti ( il motivo per il quale sono lì, la follia di qualcuno di essi, la difficile convivenza con quelli più anzianotti o il buio delle celle d' isolamento), non riesce ad impietosire o a coinvolgere emotivamente come altri titoli famosi, però, da contraltare è quello che, proprio per la sua minuzia nel raccontare i preparativi dell' evasione, fà stare maggiormente sulle spine. Merito del regista per le innumerevoli inquadrature notturne e per i tartassanti controlli delle guardie.

In base a questo, la seconda carta vincente è data dal quoziente intellettivo superiore di Frank Morris, come letto casualmente dal direttore del carcere nel suo profilo. Il protagonista non farà fatica ad ambientarsi nel suo nuovo mondo fin da subito, piano piano riuscirà ad avere tutta la situazione sotto controllo, sia nei rapporti con i suoi "colleghi" che con quelli con le guardie e col direttore soprattutto.

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Che dire del cast, un Clint Eastwood quasi cinquantenne tirato a lucido che smette i panni dell' ispettore per dar vita ad una delle sue migliori interpretazioni, Patrick Mc Goohan che come in Braveheart quando vuole fare il cattivo ha davvero pochi eguali. Da menzionare Larry Hankin nel personaggio di Puzo l' imbe*ille, l' esatto contrario di Morris.

Un film che rivedo sempre con molto piacere, un' altra preziosa gemma dell' anno 1979, alla quale non posso negare il massimo dei voti. Probabilmente il Siegel migliore di sempre.