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L'UOMO DAI MILLE VOLTI regia di Joseph Pevney

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steven23     9 / 10  18/04/2015 15:39:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono particolarmente ferrato in materia "Lon Chaney" quindi eventuali differenze tra la biografia e la sua vita reale non ho potuto constatarle.
Tralasciando questo aspetto, però, il film è stupendo!

La vicenda è per l'appunto quella di Chaney, figlio di due sordomuti e praticamente costretto sin dalla tenera età ad apprendere il linguaggio dei segni per poter comunicare con loro. Quest'abilità risulterà poi essere importantissima per il suo futuro nel cinema.
Il film non riserva che pochi minuti in cui vediamo Chaney bambino, poi tutto si sposta in avanti per occuparsi degli anni centrali per la sua carriera, anni di successi e innovazioni portate nel campo del trasformismo, ma anche di forti risentimenti con la prima moglie e di problemi per la patria potestà del figlio.

Ebbene, personalmente ho apprezzato l'alternanza tra vita lavorativa e vita privata su cui si è soffermato il regista, in particolare i drammi vissuti con la prima moglie fino alla sua scomparsa dopo aver rischiato la morte. Il tutto è narrato con uno stile piuttosto asciutto ma che riesce lo stesso a emozionare, e non poco. Notevole anche il sentimento di amore puro verso il proprio figlio che riesce a trasparire non solo dalle parole, ma anche dai gesti dell'uomo.
Nella seconda parte, poi, il lato privato viene leggermente messo da parte per soffermarsi sui personaggi interpretati nella sua carriera e sulle sue incredibili capacità non solo di interpretarli, ma persino di immedesimarsi in essi. Si tratta perlopiù di individui deformi e mostruosi (vedi il gobbo di Notre-Dame) per i quali le trasformazioni erano spesso dolorose e che mettevano persino in difficoltà il pubblico sull'identità di chi li interpretasse.

La sceneggiatura è buona, e anche certi momenti che correvano seriamente il rischio di scadere nella retorica riescono ad essere non solo convincenti, ma anche oltremodo emozionanti. E qui, però, oltre al buon lavoro del regista, tocca anche scomodare il cast. Tralasciando Cagney spenderei una parolina sia per la Malone, splendida nel ruolo di Heizel, seconda moglie di Chaney, sia per la Greer: l'enorme differenza tra la donna sposata che vediamo a inizio film e quella che rientrerà, seppur indirettamente, nella vita di Chaney quando sarà avanti con gli anni è notevole, nonché chiara testimonianza di quanto lei sia stata brava.

E poi c'è lui, James Cagney. Nessuno credo avrebbe potuto regalare un'interpretazione migliore della sua, e di questo mi sento piuttosto sicuro. Il suo straordinario eclettismo fa da specchio ai numerosi volti che Chaney era in grado di creare. E così ecco che l'attore e il personaggio diventano una cosa sola!
Se dovessi trovare un singolo aggettivo per descrivere la sua performance beh, non credo ci sia, ma sforzandomi di trovarlo direi "Monumentale". Monumentale per espressività, gestualità, carisma... insomma, un attore completo, eccezionale, per quanto mi riguarda tra i cinque più grandi di sempre malgrado il suo nome rieccheggi in maniera minore rispetto a quello di altri suoi colleghi.

Insomma, forse una pellicola che tecnicamente non raggiunge il voto che le ho affibbiato, ma che lo fa grazie al livello emozionale che riesce a toccare in certi passaggi e all'interpretazione di terrificante bravura di Cagney.
Da vedere!