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COPIA CONFORME regia di Abbas Kiarostami

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  19/08/2010 01:31:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che amo follemente kiarostami e il suo modo di fare cinema, ma questa prova in trasferta (definitiva?) del regista di "Sotto gli ulivi" mi è sembrato soprattutto un fotoromanzo travestito da saggio intellettuale.
Il vecchio Abbas strizza l'occhio a Rossellini e soprattutto a Rivette, predominando la storia con una serie di dialoghi sul senso dell'esistenza che farebbero spazientire anche il più purista degli amanti dell'arte e dei sentimenti umani ("Se fossimo più tolleranti con le debolezze dell'altro ci sentiremmo meno soli") e finisce per perdere per strada la straordinaria (e si spera non ancora perduta) capacità di un cineasta di affrontare l'ambientazione come riserva di emozioni umane.
Alla fine, "Copia conforme" fallisce proprio perchè, per quanto giocato su alte premesse e finalità, resta un superficiale ritratto di due identità giocate sul bisogno "didattico" di capirsi, o di amarsi.
Rohmer riesce a evocare certe sfumature con semplicità, Rivette (appunto) le complica e le stordisce, Kiarostami sembra volerle celare nei particolari tecnici (la mdp nel breve viaggio in automobile) o pseudo-esistenziali (tutta la scena al ristorante è francamente irritante).
Insomma, qui ci vedo più banalità che sperimentalismo.
La splendida prova della Binoche e la notevole fotografia, con i bellissimi paesaggi toscani, incentiva la mia sufficienza.
Ma da Kiarostami è lecito aspettarsi molto di più di un trattato Rivettiano sulla "coppia" conforme