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ABOUT ELLY regia di Asghar Farhadi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  09/09/2011 10:45:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lontano parente delle pellicole mediorientali che siamo abituati a vedere "About Elly " è sicuramente film inconsueto.Pellicola corale,di conseguenza molto parlata,comincia con una gioiosa gita al mare e si trasforma in una tragedia con la scomparsa di Elly,ingoiata dalle onde o più semplicemente fuggita.Attenendosi alla trama nuda e cruda il film è per intero costruito su questo mistero,ma è lampante l'obiettivo del regista che attraverso un evento inaspettato giunge a trattare la condizione della donna all'interno dell'attuale mondo arabo e nello specifico in Iran,un paese non certo stimato per le sue leggi democratiche.
La pellicola esprime un realismo ragguardevole,sembra davvero di seguire un momento di svago da parte di un nucleo di amici alle prese con una spensierata gita marittima.Il regista è molto bravo a far aumentare con gran senso della misura la tensione,insinua qualche dubbio riguardo i comportamenti di Elly,genera ansia con le immagini dei bimbi intenti a giocare sulla battigia ma sempre troppo vicini alle onde,sino a raggiungere l'apice con un incidente girato in maniera straordinaria,vigoroso nella sua potenza drammatica e vero snodo cruciale.E' qui,nel caos generale,che la ragazza sparisce e l'ansia divora ogni sorriso.
Da questo momento in poi le contraddizioni di una società fortemente maschilista,cosa per nulla rilevabile nell'allegro incipit,si palesano in tutta la loro forza.La donna è costretta ad utilizzare la menzogna per ottenere ciò che spetta di diritto ad ogni essere umano rischiando di essere ulteriormente stigmatizzata (se non peggio),mentre sullo sfondo le dinamiche di una nevrosi di gruppo crescente e dettata più da coinvolgimenti morali che dalla tragedia appena avvenuta, si staglia prepotente e identifica il radicamento e l'accettazione di certe tradizioni ancestrali.Elly diventa oggetto di illazioni e il suo comportamento è da condannarsi a prescindere,il regista demolisce l'ipocrita facciata tollerante mostrando come anche i ceti abbienti e istruiti si schierino a favore o accettino remissivi e timorosi le imposizioni di una cultura manipolata da un governo repressivo.