kowalsky 8 / 10 05/05/2005 13:58:51 » Rispondi Ingiustamente massacrato dalla critica dell'epoca - quella che magari gongola per l'Avati piccolo-borghese di tanti film medi dal gusto piacevolmente retro' - questo è uno dei migliori horror italiani di sempre. Sia per l'insolita ambientazione che per il grand-guignol che fanno pensare a un'autore che ha letto molto Maupassant, Poe e Meyrink Ma non è solo un (raro) caso di appropriazione indebita letteraria non nazionale, il tutto è creato abilmente ed eccessivamente come retrogusto attivo dei fatti di cronaca più diffusi. Per questo penso che l'ottimo Matteo Garrone abbia trovato in questo e altri film di Avati tipo "zeder" una fortissima fonte ispirativa