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M, IL MOSTRO DI DUSSELDORF regia di Fritz Lang

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Gabriela     10 / 10  15/10/2007 10:38:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fritz Lang descrive il profilo del killer psicopatico prima di tanti altri; nonostante sia un film del 1931 possiede riflessioni molto attuali sulle leggi, sulla giustizia e sulla vendetta.
Il regista non cerca il terrore fine a se stesso, al contrario, ci mostra una personale visione della relazione dell’assasino con il sistema e con la società; un film che inizia come sinfonia dell’orrore e si trasforma in una lezione di psicopatologia.

All’inizio: il Mostro
L’assassino, il motivo fischiettato, i giochi infantili, il palloncino, l’attesa e l’atmosfera asfissiante.

Poi: la Caccia
Le due facce della società: la polizia ed i sindacalisti del crimine.
Isteria e paranoia collettiva alla ricerca dell’assasino.

Infine: il Processo
La giuria popolare.
Un assassino con 2 occhi grandi e perlati da gocce di sudore.
La schizofrenia nel suo splendore: uno dei monologhi più intensi nella storia del cinema.
Le due facce della verità:…”chi siete voi per giudicare me?”