CinemaD'Arte 9½ / 10 08/05/2013 15:00:50 » Rispondi «Scappa scappa monellaccio, se no viene l'uomo nero, col suo lungo coltellaccio, per tagliare a pezzettini... proprio te.»
Ci sono film che, nonostante gli anni trascorsi, non risentono minimamente della pesantezza del tempo rimanendo attuali a distanza di decadi. Primo film in cui Lang fa uso del sonoro, il regista tedesco ci regala un capolavoro espressionista che ha fatto la storia del cinema. Un thriller/noir d'avanguardia, un'introspezione sull'animo umano e sulla percezione del bene, del male, della pazzia, nonché una critica sociale sul singolo individuo e sulle masse; superbamente diretto (Truffaut parlando di Lang disse: "Una parola sola per qualificarlo: inesorabile. Ogni inquadratura, ogni movimento di macchina, ogni taglio, ogni spostamento degli attori, ogni gesto ha qualcosa di decisivo, di inimitabile", e guardando questa pellicola non si può che non concordare) ed interpretato, in cui un indimenticabile Peter Lorre dà vita ad uno dei criminali cinematografici più intensi, semplici e allo stesso tempo complessi che si siano mai visti, dando sfoggio di un'interpretazione magistrale in cui il monologo finale raggiunge il suo apice. 82 anni e non sentirli.