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ZOMBIES OF MASS DESTRUCTION regia di Kevin Hamedani

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oh dae-soo     7 / 10  28/10/2011 00:07:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Digli che sei gay, non possiamo più nasconderlo"
"Non ce la faccio"
"Devi trovare la forza, o ora o mai più"
"Va bene. Mamma sono... mamma sono ... mamma sono... GAY !!!!!!!!!!!!!!!!! "
La madre arriva dalla cucina. Faccia grigia, occhi fuori dalle orbite, saliva alla bocca. Ma il motivo non è l' outing del figlio...
Basterebbe questa scena capolavoro per fare di Zombies of mass destruction un cult imperdibile. In realtà il film diretto da Kevin Hamedani (e il cognome è importante vista le tematiche che il film affronta) è molto di più perchè pur essendo l'ennesimo horror comedy zombesco, sulla scia degli strepitosi Shaun of the dead o Zombieland, ha il coraggio di metterci qualcosa di più, ovvero una satira sferzante e abbastanza esplicita che senz'altro gli avrà causato qualche problema sulla terra che prende il nome da Amerigo Vespucci.
Il razzismo verso i mediorentiali, le coppie gay, il bigottismo della chiesa, l'uso massiccio delle armi, sono tanti i temi che nemmeno tanto sottotraccia il film affronta. Per farlo Hamedani ambienta il suo delirio in una piccola cittadina americana, circoscrivendo così l'epidemia e potendo analizzare tutte le dinamiche che si vengono a creare nella provincia, tanto da rendere il suo film quasi un American Beauty in salsa di zombie. La scrittura è formidabile, Hamedani lascia quasi più spazio al brio dei dialoghi e delle situation comedy che agli ammazzamenti dei morti viventi. Il dialogo in macchina del classico ragazzotto americano che per prendere in giro la ragazza di origini iraniane fa battute usando gli stati mediorentali (Siriausly - sinceramente- o kuWait - aspetta- tra gli altri) è formidabile. Per non parlare dell'entrata in Chiesa dei due ragazzi che si scambiano di posto per via della maglietta (vedere per capire). La qualità video è ottima, la stessa cosa dicasi per il make-up dei morti viventi. Tutte cose già viste comunque. La novità, lo ripeto, è la satira di Hamedani. Certo il regista non è Romero, non si affida tanto a metafore quanto a vere e proprie scene dimostrative, molto esplicite. E così l'americano (in realtà canadese...) che tortura la ragazza di origini iraniane accompagnando tali torture con un test di "americanità" è una scena molto meno banale di quello che sembra. Come non lo è l'altra tortura, quella del prete al ragazzo gay. Sembra di assistere a un film intelligente, ad una operazione comica di un regista che in realtà vorrebbe essere molto meno divertente di quello che è. Più di una volta, anche grazie alle musiche, si avverte anche un'aria malinconica che sfiora il cuore dello spettatore. Hamedani, forse per caso, forse per un chiaro scopo, distrugge anche completamente il senso di famiglia, o meglio quello genitoriale, visto che in tutti e tre i nuclei familiari presenti nel film i figli alla fine uccideranno i genitori (ragazzo gay/madre, iraniana/padre, simil nerd/padre e madre).
E così si arriva al finale in cui è forte il richiamo all' 11 settembre.
Divertentissimo, ben fatto e intelligente.
E coraggioso, molto coraggioso.