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LA PAROLA AI GIURATI regia di Sidney Lumet

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Goldust     10 / 10  07/01/2015 11:46:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al suo debutto sul grande schermo Lumet piazza già il capolavoro della vita: nascosto in quello che sembrerebbe essere un mero esercizio di stile "La parola ai giurati" è la cartina di tornasole delle contraddizioni della società americana ed una lucida riflessione sui limiti del proprio sistema giudiziario. Nell'aspro scontro nella camera di Consiglio la forza della dialettica e del confronto spazzeranno via ottusi preconcetti, slanci razzisti, superficialità ed indecisioni varie per conquistare, se non la verità assoluta, qualcosa che sembra somigliare molto a quell'atto di giustizia che dalle premesse sembrava potesse essere solo un miraggio. E' un film che si segue con il fiato sospeso e con il cuore in gola, rigoroso nello sviluppo dei tempi drammatici ed ineccepibile nel saper dosare e rilanciare la tensione nervosa sfruttando a meraviglia l'ambiente claustrofobico della stanza chiusa, infallibile quindi nella sua costruzione e tremendamente coinvolgente. Gli attori impiegati sono tutti più che perfetti ( ho odiato l'umorismo fuori luogo e la manifesta superficialità di Jack Warden, ma è quello che voleva il regista no? ) con una menzione particolare per il gelido agente di cambio interpretato da E.G. Marshall, fino alla conclusione il più duro da scalfire nelle sue comunque razionali posizioni.
Una pellicola magistrale, una di quelle che amo di più e che non mi stancherei mai di rivedere.
michael star  24/09/2018 18:50:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao,
non è proprio così. Ti sei perso un pezzo fondamentale del film perché l'agente di cambio è il penultimo che viene convinto.
Il più duro e ultimo da scalfire non è il gelido agente di cambio interpretato fa Marshall ma lo straordinario e sanguigno Lee J. COBB che interpreta il padre che vota colpevole, solo perché il figlio lo ha tradito.
Il momento cruciale di tutto il film è proprio quando il sanguigno Lee J. Cobb rifiuta di cambiare voto salvo poi commuoversi e mettersi a piangere stracciando la foto del figlio e cambiando voto.
michael star  24/09/2018 18:51:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao,
non è proprio così. Ti sei perso un pezzo fondamentale del film perché l'agente di cambio è il penultimo che viene convinto.
Il più duro e ultimo da scalfire non è il gelido agente di cambio interpretato fa Marshall ma lo straordinario e sanguigno Lee J. COBB che interpreta il padre che vota colpevole, solo perché il figlio lo ha tradito.
Il momento cruciale di tutto il film è proprio quando il sanguigno Lee J. Cobb rifiuta di cambiare voto salvo poi commuoversi e mettersi a piangere stracciando la foto del figlio e cambiando voto.