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SEI DONNE PER L'ASSASSINO regia di Mario Bava

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stratoZ     7 / 10  20/12/2023 14:20:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bava alle prese col giallo regala soddisfazioni come con l'horror, "Sei donne per l'assassino" è un film che definirei di passaggio tra la vecchia concezione di thriller di stampo classico, elegante, delicato e basato sul non troppo visto e la nuova concezione di thriller a sfondo slasher con la sua dose di gore incorporata che fiorirà nel resto del decennio dei 60's ma arriva ancora ad oggi.

Il film sebbene non presenti una struttura narrativa eccezionale è una discreta critica al mondo della moda basato su apparenze, rapporti superficiali, egoismo, egocentrismo, poca empatia, arrivismo, snobismo, ma soprattutto la perdita della capacità di pensare indipendentemente, qui rappresentata molto bene con le metafore dei manichini.
Il movente stesso dell'assassino è meschino e legato all'avidità e all'arrivismo, in questo film non esistono più bene e male, fondamentalmente è tutto dalla parte del male, facciamo che si salvano quelli che non uccidono la gente.

Bava si diverte, e parecchio ad inscenare omicidi dal taglio macabro, con l'assassino mascherato e col cappotto nero - che diventerà discretamente iconico - che picchia, accoltella, ustiona pesantemente, arriva addirittura a conficcare una sorta di oggetto a tre punte in faccia alla vittima, ricordando La maschera del demonio nella sua prima sequenza, insomma, regala omicidi da puro horror. L'altro aspetto che valorizza il film è la splendida fotografia, che come negli altri film di Bava regala goduria visiva, qui il contesto è perfetto per sperimentare con quei colori pop che al maestro piacciono tanto, e si vede, dal rosso porpora dei tendoni - chissà se Lynch ha preso spunto anche da qui - al rosa fenicottero degli abiti della nuova collezione, arrivando agli ormai classici contrasti cromatici delle luci tra verde, violaceo, blu notte, un bel mischione psichedelico che dona un'estetica elegante al film, in perfetto contrasto con la brutalità mostrata dagli omicidi, riassumendosi in una metafora di un mondo bello da vedere esternamente quanto meschino al suo interno.

Il film nonostante qualche acciacco narrativo ha il merito di essere stato di grande influenza, personalmente non è tra i miei preferiti di Bava, ma bisogna riconoscere l'importanza dell'opera, validissimo.