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THE HOUSEMAID (2010) regia di Sang-soo Im

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  16/06/2011 01:08:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con i suoi riferimenti più o meno impliciti a Maughan ("Il servo") e Cechov, "The housemaid", il remake (non ricordo nemmeno se ho mai visto l'originale) vanta una prima parte letteralmente perfetta. La lunga parte iniziale del suicidio di una sconosciuta - si direbbe quasi l'idea di un piano-sequenza mai realizzato - e quella della dimora, sfavillante e compressa in un lusso opprimente e un pochetto demodè - sfiorano il sublime. Peccato però che nella successione drammatica degli eventi prevalga non solo un conflitto di classe piuttosto superficiale e tendenzioso, anche all'interno delle classi subalterne - esempio: la "confessione" della governante è un segno di difesa o viene da un moto inconscio di gelosia nei confronti della giovane cameriera? - e finisca, verso il finale, per condensare tutti i difetti di un certo cinema orientale, dai simbolismi castranti a certi eccessi stilistici di troppo. Eccessi di un film che - prima di allora - era riuscito quasi a mitigare la sensualità/ambiguità del contesto in un ritratto alquanto sobrio della degenerazione borghese (pensiamo invece a Bunuel, Chabrol, Altman, Ferreri, Fassbinder).
Questa mutazione di rotta si compie attraverso una serie di artifici alquanto sgradevoli (cfr. la neve artificiale) e altri audaci ma condivisibili (il sesso orale come fonte di intenso e breve piacere, sottomissione coercitiva e classista del/la partner, o unico sesso sicuro contro la procreazione?).
Nel tentativo di trasformarsi in una favola horror con velleità ideologico-sociali (il "servo" si sottomette al padrone salvo rivendicare anche crudelmente il suo orgoglio ferito) rischia di perdersi, nonostante rimanga a lunga distanza un film che "osa" esplorare la crudeltà umana tra vincitori e vinti.
Tra immunità sociale e sottomissione ordinaria.