caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA GRANDE ABBUFFATA regia di Marco Ferreri

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  18/03/2008 16:49:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La grande abbuffata" si situa, sia cronologicamente che a livello di stile e impostazione di base, tra "Il fascino discereto della borghesia" di Bunuel e "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pasolini, riprendendo del primo il surrealismo ma con un'operazione inversa (in Bunuel i soggetti sono come in un sogno attanagliati nella fissità di un istinto che non trova sbocco, in Ferreri invece le loro pulsioni vengono sfogate fino al parossismo) e precorrendo parte delle tematiche del secondo, nel quale si oggettiverà un'invettiva ancora più caustica e con toni truci.
Ferreri mette in scena la crapula come metafora del degrado di quella fetta di società incarnata dalla borghesia, che si compiace dei propri vizi ed eccessi e se ne fa dominare fino ad esserne del tutto sopraffatta. Il risultato è l'immagina grottesca di una classe che, abbandonando qualunque tipo di freno etico e morale -secondo uno stile di vita che neanche le tre prostitute riescono a sopportare-, si lascia andare alla dissolutezza e ai piaceri del corpo giungendo a determinare l'autodistruzione di sè, metaforicamente inscenata dai propri rigurgiti e dalla esplosione nel bagno, da cui si effondono effluvi pestilenziali e deiezioni.
"A parte il cibo tutto il resto è soltanto epifenomeno", ossia qualcosa che si pone esclusivamente come strumentale e accessorio rispetto alle primarie funzioni corporee. In questa affermazione di Michel risiede tutto il senso dell'opera di Ferreri, in cui il mangiare smodato e la libidine sfrenata nonchè la morte stessa, rappresentata grottescamente secondo un'immagina volta a svuotarla di valore, si ergono a simboli di un decadimento morale da cui non sembra esserci via d'uscita.
Ciumi  06/06/2010 13:42:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oggi alzeresti il tuo voto? Se ho intuito i tuoi gusti, io direi di sì, ma ovviamente non posso saperlo.
Comunque anch’io ho trovato, oltre ai riferimenti evidenti al cinema di Bunuel, anche dei rimandi a ‘Salò’.
Tuttavia Ferreri ci mette il suo, su ciò non c’è dubbio. Un film davvero bello.

ULTRAVIOLENCE78  06/06/2010 20:56:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“La grande abbuffata” è un film interessantissimo, come tutti quelli di Ferreri del resto. Però, alla stregua di “Dillinger è morto” e de “La donna scimmia” lo percepisco come eccessivamente grottesco. Gli preferisco “L’ultima donna”, per citare un’altra opera dello stesso regista.
Ciumi  08/06/2010 17:51:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“L’ultima donna” non l’ho ancora visto; e in verità Ferreri lo conosco pochissimo. Me lo segno tra i film ‘da vedere’.
Ciao.