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LA GRANDE ABBUFFATA regia di Marco Ferreri

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dobel     10 / 10  11/09/2009 23:21:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Compito molto arduo commentare un'opera in realtà così stratificata!.. Innanzitutto partiamo dal voto: essendo un'opera estrema, di quelle che si amano o si odiano, dare 1 o dare 10 credo sia parimenti giustificato.
Io ho dato 10 perché l'ho amata, anche se gli eccessi sono tali e tanti da non consentire di ritenerla un'opera perfetta. Forse proprio per questo l'ho amata e la amo.
Quattro amici si imprigionano in una fatiscente villa parigina per suicidarsi ingerendo una quantità di cibo abnorme. Chi di loro vuole scappare muore ugualmente senza riuscire a lasciare la villa; questa villa che li tiene prigionieri (se un'eco bunueliana si sente, deriva direttamente dall' "Angelo sterminatore" più che dal "Fascino discreto della borghesia") prende il posto dell'esistenza. Siamo di fronte ad un'opera apocalittica. Si narrano 'gli ultimi giorni dell'umanità', ma non quelli pieni di nostalgia per l'umanesimo di Karl Krauss, bensì quelli nichilisti di Ferreri. L'uomo è ridotto a tubo digerente. Nessuna componente spirituale viene presa in considerazione... la vita finisce unicamente nella *****. E' come se l'intera storia dell'umanità venisse sintetizzata e interpretata dal regista: alla fine ciò che l'uomo ha saputo e potuto fare non è altro che ingozzarsi e morire. Non c'è via di scampo: siamo tutti imprigionati in quella villa (che è la vita) e non possiamo illuderci, ma solo espletare alle nostre funzioni corporali e arrivare alla morte solo dopo averle espletate. Le prostitute che abbandonano la villa equivalgono a dei suicidi-disertori che abbandonano la vita prima del tempo. Il destino dell'unica donna che rimane sarà quello dei quattro amici. Sceglie di andare sino in fondo. Che dire degli interpreti? Assolutamente grandiosi ed utilizzati secondo la loro personale storia nonché secondo il loro ruolo pubblico (vengono anche chiamati giustamente coi loro nomi di battesimo).
La poetica di Ferreri è di un pessimismo assoluto: "non di solo pane vive l'uomo"... per il regista è vero il contrario! Non siamo che involucri vuoti... non facciamoci illusioni!
Il mio dieci non vuole essere un atto di condivisione per questa lettura del significato ultimo dell'umanità, ma solo il riconoscimento della grandezza di un'opera d'arte unica e a suo modo straordinaria.
Ciumi  04/06/2010 16:29:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche a me ha fatto tornare alla mente moltissimo ‘L’angelo sterminatore’ di Bunuel; soprattutto nel momento in cui Marcello non riesce ad abbandonare la villa; seppure i richiami al film e in generale al cinema di B. siano molti, dall’ambientazione antiquata (come antiquata è la borghesia), alle situazioni surreali e grottesche. Quest’allegoria gastronomica ricorda in effetti anche ‘Il fascino discreto’. E ‘Salò’ di Pasolini. E non solo per la mèrda o la poetica del disgusto, ma per la presenza anche qui di una meretrice/accompagnatrice, e soprattutto per quell’atmosfera purgatoria, se non proprio infernale, che si respira. Tutte opere magnifiche, destabilizzanti e dissacranti, ‘La grande abbuffata’ di Ferreri compresa, che ho visto ieri per la prima volta. Forse, tra queste, la più pessimistica e dolorosa.
dobel  07/06/2010 09:47:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, in effetti, i rimandi ad altre opere sono molti. Il 'Salò' di Pasolini mi ha disturbato parecchio, devo dire. Un'opera magnifica senz'altro, ma troppo scabrosa per me. Il film di Ferreri è di un pessimismo assoluto e non riesco a condividerlo pienamente; scambiando di tanto in tanto qualche considerazione assieme avrai capito che non posso credere che l'uomo sia solo materia e che il fine ultimo sia determinato dal caso. In altre parole sono credente... e per questo non condivido la morale di Ferreri. Tuttavia il film è poderoso e tira in ballo una visione della vita da prendere in considerazione quale materia di discussione: sono convinto (non essendo io un bacchettone dogmatico, o almeno spero) che Ferreri abbia molto da dire.
Ciumi  08/06/2010 17:51:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io sono ateo, e posso dire di condividere un certo tipo di pessimismo, ma analogamente a te, ciò non toglie il fatto che io abbia potuto apprezzare anche opere religiose, o ad ogni modo di autori che non la pensano come me su quello o quell’altro argomento. Anzi da lì può nascere un confronto, ogni qualvolta s’incontri l’opera di un artista che sia sensibile - figlio di Dìo o del caso poco cambia - alle vicende e ai sentimenti dell’uomo.