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PARLA CON LEI regia di Pedro Almodovar

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Invia una mail all'autore del commento thohà     10 / 10  21/06/2006 13:24:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dei film che ho visto di Almodòvar, questo è senz'altro tra i più belli (insieme a "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" e "Tutto su mia madre".

Per un attimo ho temuto che tutto il film si sarebbe svolto su tori, arene e ferimenti. Per fortuna non è stato così.

Due storie che si intrecciano, tragiche e commoventi. Una amicizia che travalica anche l'amore omosessuale, sempre latente.
"Tagliale i capelli corti" - "Glieli taglio come quando è entrata. Così quando si sveglia sarà come se niente fosse successo".
Quattro anni di coma... ma Benigno non perde mai la speranza. Di sicuro non è una persona 'normale', ma altrettanto certamente è innocente, pulito dentro, ingenuo e innamorato.
"Ma ha aperto gli occhi!" - "E quando sbadigliano? Un'impressione...".
Caetano Veloso offre una magnifica, intensissima interpretazione della canzone 'Cuccuruccucù Paloma'..."Ay, ay, ay cantava, ay ay ay es mia, de pasion non moria... che è una paloma triste...".
"Questi ultimi anni sono stati quelli più belli. Con Alicia" - "Io non riesco nemmeno a vederla così" - "Parla con lei...".
Bellissimo, e persino divertente, il film in bianco e nero che conduce Benigno...

Bravissimo Almodòvar nella scelta dei suoi personaggi e ottime le interpretazioni. Il tema, che poteva risultare pesante, è trattato con leggerezza, sempre con grande delicatezza. Il finale struggente. Qualche lacrima non è esclusa, ma non perché Almodòvar vada alla ricerca del pianto facile, solo per malinconia.

Da vedere assolutamente. Inutile cercare di descriverlo.

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Pasionaria  23/06/2006 10:18:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravissima Thohà, bel commento!
Come ho già più volte detto, fino alla noia immagino, Benigno è il personaggio almodovariano che pìù ho amato, così sensibile, frsgile ed indifeso, compie un atto orribile, è vero, ma come dici bene tu, lo fa con innocenza e per il bisogno di dare amore.
Hai anche ragione sull'interpretazione della canzone Cuccuruccucù..., da brivido. Non è splendida la sequenza del film muto al momento della "violenza"?
Invia una mail all'autore del commento thohà  23/06/2006 12:09:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Benigno è un puro di cuore. Deve dare e ricevere amore, non importa 'come'.
L'interpetazione di Caetano me la devo procurare a tutti i costi. Dire brivido è niente. Mai sentito nulla di simile intensità, ti porta al pianto e io non ho la lacrima facile.

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gerardo  23/06/2006 12:20:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come dissi altrove, per me Benigno è il personaggio più ambiguo di Almodovar, il quale lo martirizza e beatifica sfumandogli tutte le colpe di cui è reo. E lo fa, ripeto, con un procedimento che a me ha dato sinceramente fastidio: l'omissione (del reato).
Ditemi tutto quel che volete sulla poesia, sulla delicatezza, sulla sensibilità della scena "muta" espressionista (o quel che si preferisce), ma per me resta un furbissimo escamotage per cambiare di senso un atto profondamente criminale e distruttivo. Che poi, con la maestria di un autore scaltro e navigato come Almodovar si potrebbe rendere poetico e sublime anche un esperimento di Mengele: tutto sta nel mostrare e raccontare la cosa nel verso giusto. Benigno non è "moralmente" migliore del Paco di Volver, anzi. Solo che Paco è una macchietta un po' stereotipata di maschio cafone e volgare, straordinariamente laido (e quindi facile da relegare a emblema di maschio distruttore), mentre Benigno è un bonaccione con qualche fissa e svariati problemi psichico-esistenziali/caratteriali, descritto in modo tale da arruffianare le attenzioni e gli affetti dello spettatore: la solitudine e l'innamoramento fanno sempre breccia... (Ma non è detto che poi tali elementi debbano giustificare un crimine).

Non mi piace di Almodovar il suo modo di far passare le provocazioni e le trasgressioni, di renderle naturali e sdoganabili anche ai cosiddetti bempensanti. E' una cosa che mi dà troppo d'ipocrisia.

Tornando al film, Benigno sarebbe stato un personaggio bello e compiuto se fosse stato messo di fronte alle sue colpe, alla sua infamia. Ma in questo film non si allude minimamente al concetto di colpa... Almodovar sublima la sua (di Benigno) assenza di coscienza/consapevolezza fingendo di non voler giudicare lui e il suo atto. A parte il fatto che l'assenza di giudizio da parte di un autore mi sembra quasi impossibile, perché quando si racconta qualcosa si assume sempre un punto di vista particolare e mai astratto, io credo che le opere migliori siano quelle che, pur fornendo allo spettatore dei parametri "morali", lascino loro la libertà di formarsi un giudizio più autonomo (sempre che ciò sia possibile) piuttosto che essere accompagnati quasi didascalicamente ad uno già definito, con le emozioni "suggerite" ruffianamente dallo stile e dalla confezione e dalle modalità e dai toni del racconto (languido, poetico, sublime, delicato e blablabla).

Per fare un esempio di tutto ciò: il personaggio di Vera Drake (del film di M. Leigh) commette dei reati praticando aborti clandestini: VD è una donna onesta e buona e le sue pratiche son fatte a fin di bene. Eppure Leigh non si sogna nemmeno di sollevarla delle sue colpe, ma evita di scadere pateticamente nel pietismo assolutorio, cosa che invece fa ipocritamente Almodovar col suo Benigno. Ed è una caratteristica sempre più evidente, del regista spagnolo, di realizzare melodrammi alla Lyala camuffati, grazie alle sue notevoli doti "artistiche" (nonché retoriche), da film d'autore.


Pasionaria  23/06/2006 13:39:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tempo fa lessi che la storia di Benigno è stata ispirata da un trafiletto su un quotidiano in cui si riportava la notizia di una ragazza uscita dal coma dopo una violenza carnale, ciò che colpì Almodòvar di questo fatto, fu la reazione dei genitori della fanciulla che, invece di denunciare il violentatore per un atto tanto obbrobrioso, lo ringraziarono per aver loro restituito la figlia. Da questo fatto di cronaca è nato il film. Ma Almodòvar va oltre, perchè come dice la maestra di ballo nel film " Nulla è semplice nella vita" il regista rinuncia,come sempre del resto, al manicheismo spicciolo e non esprime la "colpa"o meglio non esprime alcun giudizio, lasciando che siano i sentimenti dei protagonisti e degli spettatori a parlare. Tu Gerardo, una volta hai paragonato la "violenza"di Benigno alla scena similare, come situazione, in Kill Bill, considerando quest'ultima meno ipocrita. Non c'entra nulla , è l'assunto ad essere completamente differente, come fai a non coglierlo? E qui mi riporti anche Mengele, su, andiamo, non esagerare! Certamente Benigno è condannabile, nonostante sia una persona instabile, ma non è questo il fulcro di Parla con lei. Come può essere consapevole un uomo disturbato come Benigno? Qui sta ad esempio la prima differenza con il macho di Volver, macchietta certamente stereotipata( unico neo di volver).
Il bisogno di amore è il tema centrale intorno cui tutto ruota, in particolare il bisogno di DARE amore, più che di riceverlo, insieme all'antitetico rapporto eros-vita -tanathos così ben reso dal piccolo film in bianco e nero: il desiderio di tornare nell'utero materno come rinascita. La delicatezza, ma anche la volgarità di cetre sffermazioni, con cui Almodovar infarcisce il suo film non giustificano una sua capziosità: sono arciconventa che il regista non voglia cedere al facile pietismo e sono certa che non lo faccia. Rispetto comunque il tuo punto di vista, Gerardo, ma non mi dire che Almodòvar realizza melodrammi alla Lyala, ti prego.
Invia una mail all'autore del commento thohà  23/06/2006 14:13:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco! Diglielo tu a 'sto crapone! Altro che Harmony! :-)
Invia una mail all'autore del commento thohà  23/06/2006 13:28:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mmmmmhhhhhhh.....
So che è inutile discutere: sia tu che io rimarremmo barricati dietro le nostre convinzioi/sensazioni senza spostarci di un millimetro.
Secondo me, comunque insisto, Benigno non è neanche CONSAPEVOLE di ciò che ha fatto. E' questo ad assolverlo.

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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  21/06/2006 22:27:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bello il doppio commento a questo e 'tutto su mia madre', con contento ti siano piaciuti.
Invia una mail all'autore del commento thohà  23/06/2006 11:44:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mamma, grazie, Lot... non mi aspettavo una risposta da te.
Sono due film che ho adorato e che aspettavo da tempi infiiti di vedere.
Invia una mail all'autore del commento thohà  23/06/2006 12:10:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ehm, l'emozione...
"infiniti".