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DOGTOOTH regia di Yorgos Lanthimos

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8½ / 10  08/11/2011 10:40:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Confinati in una bella villa isolata,dotata di piscina e vasto giardino, tre ragazzi vivono insieme ai genitori,i quali, per qualche oscuro motivo, non permettono loro alcun contatto con il mondo esterno.L'emarginazione è talmente assolutista da apparire surreale,non vi è traccia di relazioni con amici o parenti ,i mezzi di comunicazione o informazione più comuni sono banditi ed il veto di mettere piede fuori dai limiti della proprietà è instillato tramite menzogne terrorizzanti.L'autorità dei genitori permette un controllo totale tramite insegnamenti favoleggianti costruiti sulla paura dell'ignoto,l'esterno è qualcosa di spaventoso ed inimmaginabile dal quale tenersi alla larga senza dubbio alcuno.
Parole "pericolose" che assumo significati devianti,gatti che si tramutano in belve assetate di sangue,adesivi elargiti come premi,per tutta la durata del film ci si interroga sulle motivazioni che inducono tale atteggiamento repressivo e bizzarro ma Lanthimos non fornisce spiegazioni esaurienti.
Si potrebbe sposare l'ipotesi di una lettura in cui la negazione diventa una folle dimostrazione d'amore nei confronti di quei figli che si vuole proteggere dalle brutture del mondo,più verosilmente "Kynodontas" è una penetrante metafora della società odierna,capace attraverso il potere ,di qualsiasi natura esso sia,di piegare le menti infarcendole di subdole informazioni,di annullare il libero arbitrio,far leva sul timore del diverso per accendere livori al fine di controllare facilmente la massa immergendola in un mare d'ignoranza.
Ovviamente c'è speranza,il castello di bugie è destinato a crollare e Lanthimos utilizza il binomio cinema/sesso,mezzi potenzialmente e notoriamente sovvertitori, per intaccare certezze fino ad allora granitiche.L'epilogo non garantisce risposte certe e tutto viene lasciato alla libera immaginazione,al regista non interessa soddisfare la curiosità dello spettatore,il suo proposito è raggiunto nel momento in cui dimostra come da ogni regime sia possibile affrancarsi.
L'atmosfera coercitiva è a tratti davvero sgradevole per la resa realistica in barba ad una storia così assurda ed estrema,l'abuso formativo impregna ogni scena e l'orrore più profondo scaturisce dall'inquadramento disumano del singolo.Le isolate scene di violenza fisica restano impresse per la repentina brutalità con la quale si manifestano, integrazione necessaria di un inquietante regime famigliare in cui mente e corpo vengono addestrati alla cieca obbedienza.