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POETRY regia di Chang-Dong Lee

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  29/05/2012 11:23:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La poesia come mezzo riparatore per rendere giustizia e chiedere perdono,espiando responsabilità alle quali ci si sente vincolati nonostante siano altri ad aver sbagliato.Una purificazione verbale dettata direttamente dal cuore e mossa da sentimenti talmente schietti da diventare fonte d'ispirazione potentissima per mettere nero su bianco i tanto agognati primi versi.E' ciò a cui ricorre la mite Mija,anziana signora che con il suo sentirsi in colpa evidenzia un gap generazionale profondo tra il suo modo d'intendere la vita e quello dell'apatico nipote.La sua visione quasi idilliaca del mondo circostante sintetizza bene un'innocente pervicacia nella ricerca della magnificenza, troppe volte offuscata da problemi e affanni quotidiani. Dall'indifferenza delle giovani generazioni abituate a vivere a stretto contatto con il "brutto" a un senso di coscienza che accorda l'umiliazione nel nome di imprescindibili principi morali.La poesia assume significato di eterna richiesta di perdono nel decorso di una malattia disumana che cancella l'intelletto.
Il primo componimento della novella poetessa sarà anche il commovente canto del cigno a celebrazione di una figura quasi fuori dal tempo,con la sua leggiadra eleganza sfoggiata sin dagli abiti indossati.
"Poetry" è un film interessante ma dalla messa in scena trattenuta,Lee Chang-Dong trova forza espressiva solo a tratti trascinante soffermandosi troppo su tedianti parentesi poetiche in un'insistenza del messaggio non sempre dovuta.Si nota un certa prolissità determinante tempi dilatati e una durata cui avrebbe fatto bene una condensazione maggiore.Di sicuro è vincente il ritratto di questa figura femminile ,emozionante soprattutto durante le sue peregrinazioni alla scoperta di luoghi e volti che possano condurre a motivazioni assolutamente incomprensibili per la sua anima pura.