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FRATELLANZA - BROTHERHOOD regia di Nicolo Donato

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5½ / 10  04/07/2010 01:40:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh le critiche sono state talvolta feroci e devo purtroppo riconoscere che le ragioni ci sono, ma anche tendenziose, e questo lo posso giustificare meno.
"Brotherhood" è una buona occasione mancata, e la colpa è tutta del regista.
Perchè qualunque persona che conosca indirettamente le sfumature dell'omofobia autarchica e del corporativismo più estremo sa di certo che la linea di demarcazione del "nemico" non è così netta, e che proprio nell'universo naziskin la componente (omo)erotica è più marcata del previsto.
La sessualità, vissuta magari come un dualismo fisico anche violento (cfr. à la Fight Club per intenderci) è tollerata all'interno di un nucleo che sappia annientare ogni minimo referente al romanticismo "gayo".
In questa sorta di Brokeback Mountain post-nazi, non si riesce a trovare una strada realistica, arrivando a celebrare il dualismo di un'ex soldato e un imbelle e forzuto fascista senza celebrare l'unità inequivocabile della loro unione.
E per questo il film è doppiamente deludente, perchè arriva a disertare il male, quello vero, imponendo un'apologo nazista che sembra chiudersi in se stesso, nell'ononimia dei personaggi, nella superficialità con cui affronta le scelte (incomprensibili) del protagonista, nello sguardo moralista (ma neppure troppo) del regista italiano.
Ne esce un fumettone che, malgrado le buone prove degli attori principali (su tutti l'attore che interpreta il fratello sballato e invidioso) colpisce proprio per l'incapacità di essere una seria riflessione (e non una scommessa da trailer-movie stagionale) sulla stupidità di persone che hanno nel cervello una notevolissima dose di materia fecale e l'incapacità di rendersene conto (v. la scelta di un leader presumibilmente intelligente atto a collocare il fanatismo nel girone dantesco degli "illuminati stolti").
La scena migliore? La breve fuga di Lars dal suo "regno" (un'attestato, raro, di coerenza mal riposta)
La peggiore? L'adunata delle truppe neonaziste, nel segno del ridicolo che purtroppo è più diffuso di quanto si possa credere
Cosa significa? Significa che se vogliamo scoperchiare le tematiche da gay-movie senza passare per Internet (v. Skinmarvin e affini), tra feticismo Oi! e via dicendo, non c'era bisogno di scomodare il nazismo.
E significa che se voleva essere una denuncia sociale, la "deriva" del film è davvero repellente, perchè pretende, attraverso due uomini che si baciano o si fottono pure, di farci empatizzare per questi emeriti bastardi.
Ps ah dimenticavo i cosiddetti gay-skins quando si corteggiano amano picchiarsi (letteralmente) volentieri: ognuno tragga le sue (virili) conclusioni
Doctor Feelings  03/11/2012 12:57:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come puoi parlare del film di Donato riferendoti a Brokeback Mountain? Da quello che hai scritto si percepisce chiaramente che la tua visione del film è stata alquanto limitata. Non è semplicemente un film sull'amore omosessuale e neppure sui neonazisti. E' un film che parla della ricerca di comprensione, di amore, dei conti che la vita ci porta a fare con quest'ultimo nelle differenze. Parlare di Brotherhood come un film semplicemente omosessuale è riduttivo e superficiale.