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BOYZ 'N' THE HOOD: STRADE VIOLENTE regia di John Singleton

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Angel Heart     10 / 10  19/06/2010 01:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tagliente, crudo e violento esordio col botto dietro la macchina da presa dell'all'epoca 23enne regista arrabbiato John Singleton, che senza tanti complimenti ci sbatte in faccia la realtà senza speranza e la vita giorno dopo giorno del malfamato ghetto nero di South Central Los Angeles, accompagnandoci in un tour guidato e sconvolgente tra droga, sparatorie e razzismo come nemmeno Spike Lee aveva mai osato fare. Ed è proprio in questa giungla dove pare non ci siano altre vie d'uscita, se non attenersi alle leggi della strada e della criminalità, che si intrecceranno le storie di Tre (Cuba Gooding jr., eccellente), ed i fratelli Doughboy (Ice Cube, perfetto) e Ricky (Chestnut). Il primo, grazie alla guida ed agli insegnamenti del padre/mentore sempre presente (Fishburne) imparerà il rispetto, le responsabilità che portano a diventare uomo e a stare lontano dalla vita di strada. Il secondo, gangster/spacciatore violento ma di buon cuore che vede in Tre la sua vera figura fraterna , passa le giornate tra il carcere e la veranda di casa assieme alla sua banda di nullafacenti pronti ad impugnare la pistola ogni qualvolta se ne presenta l'occasione. Ed il terzo, miglior amico di Tre e ripugnante nei confronti del fratello, è un ragazzo intelligente ed insicuro, padre precoce, con un brillante futuro davanti agli occhi ma totalmente indeciso su che strada intraprendere nella vita. E come di consuetudine, tra colpi di mitra in piena notte, risse tra bande ed elicotteri che sorvolano costantemente la zona, la tragedia sarà dietro l’angolo… Un film semplicemente stupendo, sofferto e commovente dal primo all'ultimo fotogramma. Un'opera che fa riflettere, sia dal punto di vista sociologico che morale, veritiero nel rappresentare l’America degli anni novanta in tutte le sue sfaccettature (poco prima di Rodney King e delle rivolte di Los Angeles), e di forte impatto visivo e culturale. Ottimo anche il lato tecnico, a partire da una regia cattiva e coraggiosa e da una potente sceneggiatura (che entrambe valsero a Singleton la candidatura all’Oscar). Per non parlare della magnifica recitazione degli attori principali, dell’efficace fotografia di Charles Mills e delle ispirate musiche Jazz di Stanley Clarke. Perfetta anche la colonna sonora composta da brani delle Rap band più cattive dell’epoca (Run D.M.C., Comptons Most Wanted, 2 Live Crew). Insomma, un film da vedere assolutamente. Uno spaccato di vita struggente, singolare e sincero come pochi che darà il via ad una serie di film sul genere tutti simili, alcuni riusciti ed altri meno, ma che non riusciranno mai ad essere incisivi o a lasciare il segno come Boyz N The Hood. Lo stesso regista, dopo questo, non sarà più in grado di raggiungere neanche lontanamente livelli del genere.
Capolavoro assoluto, il miglior film sulla vita nel ghetto ed una delle opere più importanti degli anni novanta. Il dialogo e l'abbraccio fraterno finali sono sensazionali, unici barlumi di speranza di una pellicola a cui è difficile restare indifferenti.

P.S. Da evitare come la peste la versione italiana, doppiata malissimo ed ovviamente priva dello slang afro.