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ROLLING THUNDER regia di John Flynn

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Angel Heart     7 / 10  28/08/2010 16:17:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piccola parentesi sconosciuta del filone inaugurato dal duro Charles Bronson con il suo "Giustiziere Della Notte", diretto dal John Flynn di "Sorvegliato Speciale" e ottimamente sceneggiato dal Paul Schrader di “Taxi Driver”. Questa volta il tema del vigilantismo e della giustizia solitaria tocca un maggiore in ritorno al casa dal Vietnam dopo 8 anni di prigionia. Ma il rientro non è felice: il figlio non lo riconosce più, la moglie confessa un’adulterio come l’amore per un altro uomo, e gli incubi sulle torture e sevizie subite in guerra lo tormentano di continuo. A peggiorare la situazione, un gruppo di rapinatori irrompe in casa sua, uccide la moglie e il figlio senza esitazione, e lascia incautamente lui in fin di vita. Al risveglio nell’ospedale, il piano per la vendetta ha inizio: armato di un’uncino affilato al posto della mano destra (che i banditi gli avevano gentilmente spezzetato a dovere nel tritarifiuti) incomincerà, con l’aiuto di una cameriera e di un commilitone incapace di reinserirsi in famiglia (Tommy Lee Jones giovanissimo) una serrata e pericolosissima caccia all’uomo che avrà luogo al confine tra Texas e Messico. Solido revenge-movie dalle interpretazioni convinte e sofferte (da cui a quanto pare Tarantino ha preso più spunti per il suo Kill Bill) di cui ancora oggi è possibile respirarne il periodo di realizzazione e l’aria di ferita da guerra non ancora riemarginata. Si arena nella parte centrale con qualche dialogo di troppo (anche se interessante), che ne rallenta un po’ il ritmo comunque avvincente e sostenuto, ma poco importa: servono semplicemente a far capire la psicologia e il modo di pensare del personaggio principale, indelebilmente segnato nel fisico e nello spirito dal Vietnam, e che proprio per questo motivo sente il bisogno di dover inseguire una missione che a un certo punto, più che in una vendetta, si trasforma in una specie di necessità. Una necessità a cui darà sfogo, assieme al commilitone che si sente di nuovo vivo solo in guerra, nel violento quanto cattivissimo bagno di sangue finale in cui tutti riceveranno quel che si meritano. Un film dalla violenza grafica allucinante ma mai gratuita, serrato, ben recitato e sfortunatamente, poco conosciuto. Nel genere è stato fatto di meglio, ma rimane comunque un titolo a cui dare una bella rispolverata.
Memorabile la scena in cui il protagonista fa una dimostrazione al “cognato” del metodo di tortura inflittogli in Vietnam mentre lo prega di tirare più forte.