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ZANNA GIALLA regia di Robert Stevenson

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Dom Cobb     8 / 10  24/11/2018 00:23:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nell'America all'indomani della Guerra Civile, un padre di famiglia parte per un lungo viaggio e lascia il figlio maggiore Travis a badare alla fattoria, alla madre e al fratello piccolo. A complicare le cose vi è l'arrivo di un tempestoso cane randagio, al quale, dopo i primi dissapori, l'intera famiglia comincia ad affezionarsi...
Nonostante sia stato da sempre un grande fan della Disney e dei suoi prodotti, mi tocca ammettere di essere bene o male un neofita per quanto riguarda il ramo dei film live-action, di cui da piccolo ho visto meno di una manciata; anche questo esordio in casa Disney di Robert Stevenson, futuro regista di "Mary Poppins", mi è rimasto sconosciuto fino a pochi anni fa, quando ho deciso di recuperarlo, per lo più in seguito alle voci positive dei nostalgici che hanno avuto modo di crescerci e che lo vogliono uno di quei capolavori mezzo dimenticati.
Per certi aspetti, riesco a capire il loro punto di vista: tecnicamente parlando il film è eccellente. Non si dimentica mai di star raccontando una storia piccola e personale, perciò non si raggiungono la spettacolarità delle grandi produzioni del periodo, ma la regia di Stevenson è solida, dinamica e soprattutto asciutta, facendo procedere la narrazione mettendo saggiamente da parte qualunque sentimentalismo, salvo in qualche rara occasione: così si da modo al legame fra la famiglia e il cane di svilupparsi senza eccessi di zucchero. La trama inoltre rimane su terreni molto semplici, sviluppandosi in una serie di vignette senza introdurre elementi che complicherebbero inutilmente le cose; quindi, il film si regge sul modo in cui ciascuna di queste vignette riesce a reggersi sulle sue gambe.
Fortunatamente, tutti funzionano, da una parte grazie a delle interpretazioni che riescono ad essere credibili senza strafare (anche se Tommy Kirk nel ruolo del fratello maggiore a tratti si sforza un po' troppo, merito anche di un doppiaggio italiano non proprio ottimale), concedendo al tutto una notevole naturalezza,


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e dall'altra per il prezioso contributo degli addestratori degli animali, le cui interazioni danno vita a scene intense e la cui complessità deve aver dato a tutta la troupe non poche gatte da pelare; sotto questo aspetto, il maggiore trionfo del film è che il modo in cui tali scene vengono montate insieme riesce a nascondere qualsiasi difficoltà sia stata riscontrata durante le riprese.


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Un plauso inoltre al coraggio mostrato dai realizzatori nella scelta di non tirarsi indietro di fronte alle parti più opprimenti e drammatiche, eseguendole con efficacia e con la solita asciuttezza che contraddistingue il resto della pellicola; da parte mia avrei preferito un po' più di pathos, soprattutto nel finale, ma forse si tratta di un problema di gusti. E anche se a me non ha fatto né caldo, né freddo (anche perché sapevo già come andava a finire), posso immaginare che agli spettatori più piccoli certe scene faranno molta impressione, anche se ovviamente in senso positivo.
Perciò un film solido e ottimamente realizzato, che per una volta mette da parte alcuni dei cliché del genere e sviluppa gli altri con intelligenza; ma da qui a definirlo capolavoro non me la sento, per via di alcuni piccoli difetti che vanno oltre il cercare il pelo nell'uovo. Per essere un film che ambisce ad essere per famiglie e non solo per i più piccoli, trovo che il messaggio venga veicolato in modo fin troppo didascalico a livello di dialoghi, e i titoli di testa e di coda vengono rovinati da una fastidiosa canzone country che non c'entra nulla ed è tra l'altro peggiorata ulteriormente dal ridoppiaggio della stessa.
Per fortuna ciò non abbassa la qualità definitiva del film, che rimane comunque abbastanza alta da farmelo ritenere degno di considerazione.