KOMMANDOARDITI 5 / 10 11/08/2010 17:13:01 » Rispondi Molti non avranno mai sentito parlare nè letto da nessuna parte di un regista come Lee Frost, eppure quel gran topo da cineteca di Tarantino non si è mai lasciato sfuggire l'occasione di rendere omaggio, a più riprese (soprattutto in PULP FICTION e KILL BILL), a quello che è uno dei film-maker più ruvidi e spinti della sexploitation statunitense. Da non confondere con l'omonimo scrittore, amico di Ezra Pound, Lee Frost è stato l'artefice, tra le tante, di pellicole assurde e deliranti come CAMP 7 : LAGER FEMMINILE (primo vero esempio di nazi-erotico) e l'oltraggioso THE BLACK GESTAPO (storia di una milizia armata all-black che difende la comunità nera dai soprusi della mafia bianca nel ghetto...!!!) Questo western non fa eccezione : misero, violento, squallido e perfettamente in linea col non-stile del nostro. Una masnada di balordi relitti dell'esercito sudista, durante la ritirata, si stabilisce presso il saloon di uno sperduto villaggio abbandonato, in attesa del passaggio di un ingente carico di oro, trasportato dalle truppe nordiste. Alla testa del manipolo di disperati c'è un capitano pazzoide e razzista (Jonathan Bliss) che non ha mai accettato il fatto che la Guerra di Secessione fosse terminata in favore degli odiati nemici di sempre ("liberatori di schiavi e negri"), nascondendo perciò, vigliaccamente, ai suoi militari l'amara verità. Come da prassi registica, l'ambientazione storica ed i preamboli della trama sono solo alibi per intenti illustrativi di livello alquanto differente : corpi nudi, maltrattamenti, stupri ed esecuzioni. Nel 1969, l'impatto di un'opera complessa ed anarchica come IL MUCCHIO SELVAGGIO (debitrice però nei confronti dei nostri Leone e Corbucci) aveva spostato in la il limite di ciò che poteva essere mostrato, aprendo la strada ad innovazioni ed eccessi estranei ad un genere tanto codificato e conservatore. Sulla falsariga del film di Peckinpah e coniugando la sua propensione alle derive sexy più grette, Frost (presente anche come attore in una piccola parte) cerca di giocare la sua carta ; le buone intenzioni però non gli bastano per sopperire alle limitate capacità ed agli ovvi deficit tecnico-qualitativi. La realizzazione è molto povera e risicata, i movimenti di macchina sono ridotti all'osso, le interpreti femminili (tra le quali la popputa musa meyeriana Uschi Digard) sono li soltanto per spogliarsi. Almeno su questo versante, l'impegno profuso dall'autore è innegabile : la camera indugia a distanza ravvicinatissima sulle abbondanti sinuosità muliebri audacemente esposte, percorrendo i corpi violati con madida voracità, incurante dei tempi dilatati, a discapito dei ritmi della narrazione. Unica interpretazione decente, quella di Jonathan Bliss, nel ruolo del megalomane capitano Steve Harris, convinto sin nel midollo dell'inferiorità bestiale dei neri, il cui viso viene costantemente ripreso con inquadrature sbilenche ed illuminato da impietose luci radenti che ne restituiscono al meglio la completa follia. Inutili civetterie gli impresentabili ralenty, disseminati nella seconda parte della pellicola un po' a casaccio. Un film trucido e chiassoso che nel fasullo finale (SPOILER) incrocia, a sorpresa, anche il nascente filone blaxploitation (del quale Frost sarà uno degli esponenti). Gli avvoltoi del titolo ("scavengers"), quelli con il becco, gli artigli e la fame di carcasse, entreranno in scena solo negli ultimi minuti...
I soldati superstiti tradiscono il loro capo e si riappacificano con civili e nordisti...!
anthony 03/11/2010 12:06:53 » Rispondi Penso, molto semplicemente, che ti stia comportando in maniera piuttosto infantile. Manco leggi i messaggi privati e poi li cancelli?
h.chinaski 24/09/2010 00:46:23 » Rispondi ***** io the black gestapo lo stò cercando da una vita!!!ma dove li trovi i film di lee frost?perchè i muli ( gli e-muli) non lo frequentano...