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NON SI SEVIZIA UN PAPERINO regia di Lucio Fulci

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Elfo Scuro     8 / 10  27/11/2017 13:13:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lucio Fulci è stato un terrorista ad ogni genere a cui si è approcciato in vita. La peculiarità del film "Non si sevizia un paperino" è la messa in mostra di una mentalità retrograda e bigotta in una realtà di tutti i giorni (cosa non tipica del cinema di quei anni). Fulci mette in visione una trama agghiacciante e macabra dove un feroce assassino uccide degli infanti in un paese dove domina il pregiudizio e l'impressione dettata dalle apparenze. La metodologia decisa da Fulci racconta la macabra sensazione che può trasmettere un killer del genere, senza scordarsi all'inquietudine del cieco e furioso desiderio di vendetta della gente comune quando si sente impotente e minacciata nei propri pensieri, tradizioni e superstizioni.


Si nota sin da subito la completa libertà artistica del regista da parte dei produttori, iniziando dala trama in se passando anche per varie contaminazioni come l'esplosione di violenza dei cittadini sulla Maciara (roba da far mangiare le mani a Tarantino) o l'eros che suscita il personaggio della Bouchet che si mette in mostra di fronte ad un bambino (sostituito nel body double da un nano, da cui poi Garrone ci fece un film ma questa è ben altra storia). Il soggetto scritto da Lucio Fulci e Roberto Gianviti (a cui si unirà poi in fase di sceneggiatura Giabfranco Clerici) è basato su un fatto reale avvenuto a Bitonto nel 1971 dove ci fu una serie di omicidi con bambini come vittime.


La parte puramente tecnica del film vanta grandi nomi: Carlo Rambaldi agli effetti speciali, Riz Ortolani alle composizioni e Sergio D'Offizi alla fotografia. Tutto il comparto diegetico e non risulta ottimamenye gestito dal regista che non lascia indietro niente pur di amplificare la visione del film senza mai troppo esagerare nella cupezza. Senza contare poi il gran cast ottimamente immedesimato dove brillano un ottimo Tomás Milián, una sensuale e provacante Barbara Bouchet, una trasformata Florinda Bolkan e un ambiguo Marc Porel.


Sicuramente uno dei migliori film di Fulci. Un ottimo giallo, ma anche una pellicola che affronta molti tabù e mostra degli inaspettati risvolti di critica sociale.