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NON SI SEVIZIA UN PAPERINO regia di Lucio Fulci

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BlueBlaster     6 / 10  25/02/2014 01:08:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un giallo senza infamia e senza lode per Fulci e vi dico subito perché l'ho trovato tutt'altro che un ottimo film...
Ho individuato l'assassino il primo istante che è entrato in scena (avrò avuto intuito o fortuna) e da quel momento ogni indizio

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER mi confermava che avevo ragione e quando si vede un thriller in cui la soluzione è così ovvia non è facile farselo piacere poi molto perché il bello è l'effetto sorpresa!
La scena del linciaggio, abbastanza cattiva, è accompagnata da musiche assurde...ed in generale tutto lo score musicale di riz Ortolani non mi è piaciuto perché poco teso e spesso melodrammatico.
Le atmosfere, per quanto il tema del film sia torbido, non sono abbastanza cupe e degne della "gravità della situazione", non è colpa della fotografia ma proprio della sceneggiatura.
Ci sono molte figure grottesche e ridicole, oltre che personaggi abbozzati e marginali...attori non certamente grandiosi, nonostante i loro nomi siano noti, a parte la bellissima e bravissima Barbara Bouchet che ci regala un bel nudo iniziale tanto per cambiare.
Lo spiegone finale, patetico e accompagnato da una musichetta stupida, poi è la ciliegina sulla torta del ridicolo con pure del leggero splatter di bassa lega.
Fulci, e Roberto Gianviti co-sceneggiatore, provano a depistare le indagini dello spettatore concentrando man mano l'attenzione da un personaggio all'altro e su varie caratteristiche della società chiusa ed ignorante del Sud Italia rurale dell'epoca: ritardati mentali, bigotti, malafemmene, individui dediti alla magia, forestieri.

Quello che mi è piaciuto del film è appunto il grido di accusa a queste società...non appena accade qualcosa di terribile sono subito pronti a puntare il dito contro il diverso, il blasfemo, l'atipico, il malato ecc...
Reali limiti di società ignoranti e timorate di Dio, chiuse in se stesse tra aride colline di un territorio povero e retrogrado!
Appunto lo spaccato di questa comunità, unito alla stessa location, è un aspetto positivo non indifferente che da realismo alla vicenda (tratta dalla cronaca nera) e di conseguenza intrigante al punto da essere unico motivo di visione.

Ripeto è un thriller degno di visione ma non un capolavoro ne sotto l'aspetto tecnico-registico (comunque apprezzabile) ne come sceneggiatura da giallo.