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L'UNIVERSITA' DELL'ODIO regia di John Singleton

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Angel Heart     6½ / 10  12/08/2010 11:59:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tensioni e problematiche sociali si manifestano in continuazione alla prestigiosa Columbia University. Qui si incontreranno indirettamente i destini di tre studenti: Malik, nero arrabbiato e atleta promettente che frequenta i corsi grazie ad una borsa di studio; Kristen, ingenua ragazza che a causa di uno stupro subito nel campus diventa un'attiva femminista; e Remy, timido e riservato ragazzo dell'Idaho, incapace di ambientarsi nel nuovo mondo che lo circonda e che finirà succube di una banda di Naziskin. Un'alterco razziale di troppo tra Malik e Remy farà precipitare la situazione...
Opera terza di un regista partito ottimamente con il suo esplosivo e controverso film d'esordio "Boyz N The Hood" , ma poi incapace di mantenere le promesse fatte.
In questo intenso dramma, Singleton affronta con coraggio, verità ed attenzione tutti i problemi legati al razzismo, allo stupro, alle discriminazioni e all'omosessualità tra la gioventù del melting pot anni 90. Purtroppo il film riesce ad essere interessante e credibile solo in parte, questo dovuto ad una narrazione non sempre esaltante, a delle situazioni troppo stereotipate, ma soprattutto alla regia stessa, che all'apparenza condanna il razzismo ma che poi sotto sotto sembra essere sempre più di parte, dipingendo i neri come vittime del potere e della supremazia bianca (una ragione, stando ai pensieri del gruppetto di Ice Cube, per essere a loro volta più razzisti), con conseguente messaggio che per sopravvivere ed ottenere rispetto è necessario rispondere alla violenza con la violenza (opinione ovviamente non condivisa dal professore buono Fishburne). Nel bel mezzo di tutto questo, la storia della Swanson, all'inizio interessante, passa quasi subito in secondo piano, senza approfondire più di tanto il rapporto che si instaura tra questa e la bella Connelly, e dando più spazio invece alla battaglia fisica/ideologica di bianchi vs. neri (o meglio, nazi vs. gangsters). La tragedia finale rimane comunque un colpo al cuore, sia per l'efficace messa in scena, sia per come ancora oggi appaia tremendamente reale (tenendo conto delle terribili stragi non molto lontane della Columbine e della Virginia Tech). L'ultimissima scena invece cerca di lasciare allo spettatore un pò di speranza riflettendo sul fatto che la violenza porta solo a dolore e che forse un giorno, a prescindere dal colore della pelle, smetteremo di farci del male a vicenda. Sincerità o furbizia? Sta a voi decidere.
Resta in ogni caso un buon film, senz'altro valido, schietto e con un ottimo cast principale, in particolare il bravo Rapaport.
Forse meriterebbe qualcosina di più, e forse ho letto tra le righe cose che in realtà nemmeno ci sono. Sta di fatto che a me personalmente sto film non mi ha mai fatto impazzire (l'avrò visto 3-4 volte, ed ogni volta mi ha lasciato molto e poco). Penso che risulterà un pò difficile a tutti sia decidere se amarlo o odiarlo, sia prendere posizione e vedere a chi dar ragione nelle varie situazioni. Consigliata in ogni caso almeno una visione.

Parti di contorno per Tyra Banks (brava e bellissima), Jason Wiles, Busta Rhymes (odioso) e Regina King.
Angel Heart  23/08/2010 15:32:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Estendo il mio voto a 7. Anche se non mi fa impazzire, 6 e 1/2 è un pò pochino.
Angel Heart  29/08/2010 16:09:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anzi, 7 e 1/2. Mi pento sempre di più del 6 e 1/2.