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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI regia di Saverio Costanzo

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_Hollow_     7 / 10  17/01/2011 02:41:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto di non aver letto il libro, quindi dovrò per forza di cose commentare solo quello che ho visto, senza venir influenzato. Devo dire che la partenza m'aveva incuriosito, il film non m'è dispiaciuto fino ad una mezz'ora dalla fine. Quel continuo gioco di flashback paralleli riusciva bene nel suo compito di svelare a poco a poco le vicende dei protagonisti, ricollegandosi al loro presente, riuscendo allo stesso tempo ad intrigare lo spettatore. Purtroppo ad un certo punto il meccanismo s'è inceppato, con la fine dei flashback il castello di carte è crollato, portando su schermo un finale assurdo quanto sgangherato, apparentemente privo d'un qualunque significato (tra l'altro avrò sentito pronunciare le parole "numeri primi" in 2 occasioni, entrambe confuse, senza quindi aver capito nulla della metafora del titolo). Il film in questione può meritare di esser visto se considerato semplicemente un viaggio, un racconto bizzarro e forse un poco malconcio ma portatore di qualche spunto di riflessione (traumi e ruolo dei genitori ad esempio) e di qualche attimo quasi poetico. In questo caso, pur trovandosi di fronte a due strane vite, in cui è difficile immedesimarsi, tuttavia ci si può emozionare. Se si inizia la visione aspettandosi una classica conclusione o, in fin dei conti, semplicemente una conclusione, una morale, un significato ultimo, uno sbocco coerente dell'intreccio di due vite incoerenti (e questa è la mia personale interpretazione della metafora) allora si rimarrà decisamente delusi.
Non biasimo chi si sia sentito ingannato e disorientato dal brutto (ma lo è veramente per quanto detto?) finale, visto che era stata pure la mia prima impressione a caldo, ma valutando nel suo complesso l'opera non riesco a considerarla negativa, sicuramente imperfetta, esattamente come qualsiasi persona che compare in scena, ma non per questo da deridere nei suoi intenti ... o ci si ritrova ad essere come Viola.