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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI regia di Saverio Costanzo

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julian     5 / 10  10/02/2011 16:13:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il libro era stata una piacevole lettura, magari non eccelso dal punto di vista letterario, ma coinvolgente nel realismo della storia.
Qui Costanzo sembra volersi emancipare a tutti i costi dal romanzo, anche forzatamente, quasi a voler rimarcare in ogni momento l'indipendenza che corre tra cinema e letteratura.
Il film è un continuo rincorrersi di vicende, difficili da leggersi nella loro unitarietà, intervallate da lunghe pause di riflessione non richieste e nel complesso appare una pellicola incompiuta;
le piccole aggiunte di sapore vagamente onirico sanno di artefizio puramente intellettuale, come a dire che oggi in un film è sufficiente schiaffarci due o tre scene che non hanno molto senso e tutto viene al meglio.
Il libro, alla fine, dava una sensazione precisa: cioè che, nonostante le incredibili affinità e dopo continui capovolgimenti di fronte che li portano ad avvicinarsi e ad allontarsi, i due numeri primi gemelli non potranno mai toccarsi. Ed era una conclusione amara, sfacciatamente avversa al lieto happy ending delle più comuni storie d'amore.
Il film utilizza la metafora dei numeri primi come didascalia narrata nella scena del matrimonio, quasi incomprensibile tra la confusione generale, screditando quindi uno dei concetti focali della storia.
Sembrerebbe quasi messa lì a giustificare il titolo.
Attori imbarazzati davanti la telecamera.
L'ostilità del mondo, ben raccontata da Giordano, assume qui un ritratto talmente marcato da sfociare più volte, fastidiosamente, nel pietismo.