caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

A SERBIAN FILM regia di Srdjan Spasojevic

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     9 / 10  02/04/2019 15:45:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A partire dal 2010, la mia discesa agli inferi del cinema horror ha raggiunto profondità inattese. Superate le colonne d'Ercole del mainstream, approdai splendidamente in Oriente per gustare la malinconica spettralità thailandese o la sanguinaria alienazione nipponica, in un'esplorazione che non mi ha risparmiato comunque dall'imbattermi nel lezzo di orribile materia fecale ("Grotesque" del 2009 era di una stupidità quasi offensiva).
Nel meccanismo tipico della scoperta dei piaceri, ne volevo ancora e sempre peggio: l'assuefazione all'horror ti porta ad una certa insensibilità che ti fa desiderare qualcosa di ancor più estremo. E così, dopo aver girato il mondo per scavare nel fango di squisitezze alla "Guinea Pig", approdai vicino a casa per trovare il tesoro sepolto: da subito vidi "Martyrs" (2008) come autentico capolavoro e pietra miliare sul percorso di completa ridefinizione dell'acerbo concetto che avevo di cinema horror. Un fiore di sublime violenza fisica e psicologica.
Poi "A Serbian film" rovinò tutta la poesia di questo viaggio.

Pellicola inarrivabile nel superare ogni limite di decenza e pudore, nel mettere su schermo perversioni che pochi altri possono avere solo immaginato, "A Serbian film" elabora e contorce il più comune dei piaceri, quello sessuale, in tutte le sadiche sfumature che questo può assumere.
Questa cruda spietatezza, in scene scioccanti anche solo a pensarle, tenta una giustificazione nella critica sociopolitica: l'intenzione vorrebbe condannare l'indifferente cinismo di un potere politico storicamente violento, la cui corruzione si riflette nell'anemia morale socialmente diffusa in una popolazione soggiogata e rassegnata. Intenzione in realtà fin troppo nobile, giustificazione forzata e pretenziosa per una pellicola che in realtà nasce per sconvolgere e per essere pietra di scandalo, sapendo che incorrerà in pesanti censure e godendo di questo.

In tutto questo non si dimentichi l'aspetto estetico/tecnico: siamo davanti ad un film ben fatto, che al di là di recitazioni dimenticabili entra nel cervello per fotografia e sonorità validamente poste al servizio di un crescendo orrorifico inimmaginabile per crudeltà, ma molto ben architettato.

Un horror potentemente psicologico come "Martyrs" ha una componente più matura e più sottile, che lo rende qualitativamente superiore; ma per capire cosa significa superare il limite, bisogna passare le forche caudine di "A Serbian film", dimenticando totalmente moralità e sensibilità.

In ultima analisi: "A Serbian film" fa orrore, è insensibile, disturba, stupisce e rimane impresso. Perfettamente riuscito, direi.