Alpagueur 6½ / 10 04/12/2020 15:47:05 » Rispondi Benvenuti nel lato più oscuro del cinema. Controverso, grafico, violento, inquietante, inquietante, devastante e disgustoso, ma comunque un cinema sottovalutato che osa esplorare il lato più oscuro dell'industria per adulti, non si può negare che "A Serbian film" sia destinato a sconvolgere la maggior parte degli spettatori con il suo grossolano, disgustoso e totale argomento scomodo, che è esattamente il suo scopo, ma guardando oltre la rappresentazione sullo schermo di ogni tabù, è anche un film piuttosto audace. Ambientato in Serbia, il film racconta la storia di Milos, un porno attore la cui fama è andata ben oltre il suo periodo migliore e che ora è felicemente sposato e ha un figlio ma la famiglia sta attraversando difficoltà finanziarie. Contattato da uno dei suoi ex colleghi che ha un'offerta di lavoro per lui, Milos viene presentato al nuovo regista e alla fine accetta di partecipare a un "film d'arte" solo per scoprire che è stato coinvolto nella realizzazione di uno snuff film a tema pedofilia e necrofilia. Diretto in modo brillante, eseguito in modo equo, dal ritmo efficace, gestisce in modo superbo gli elementi di suspense e presenta molte sequenze profondamente inquietanti dall'inizio alla fine, "A Serbian film" non è certamente per i deboli di cuore o facilmente angosciabili o anche per un essere umano del tutto normale, in più la sua cosiddetta allegoria politica non è altro che una scusa per giustificare la perversione qui raffigurata poiché l'unica ragione per cui questo film esiste è scioccare gli spettatori in nome dell'arte. Tuttavia, una storia come questa doveva emergere sullo schermo non perché abbia un movente, ma perché rappresenta un lato molto più oscuro del mondo che la maggior parte delle persone sceglie di ignorare, pur essendo consapevole della sua esistenza. Su scala generale, "A Serbian Film" è una storia estremamente snervante sull'industria del porno, ma sicuramente non è porno e non ha paura di saltare in profondità nell'abisso e portare tutto in superficie, cosa che riesce a fare in modo risoluto. Sì, ti lascerà emotivamente sfregiato e No, non devi guardarlo solo per il gusto di farlo. Rifletti più volte prima di premere il pulsante di riproduzione e per coloro che pensano di poter gestire queste cose, proprio quando penserai che questa esperienza sadica è finalmente finita e sei quasi fuori da questo tunnel buio, l'ultima riga appena prima dei titoli di coda farà abbastanza danni da scatenare l'inferno. Guardalo a tuo rischio.
Questi ragazzi serbi avendo conosciuto l'inferno della guerra civile sono un po' malati di mente e non riesco a immaginare nessuno con una mente così putrefatta da potersi concentrare su dettagli come il sangue spruzzato sulle cosce di un ragazzo che viene violentato da suo padre mentre giace accanto a sua madre. Poi chiaro queste cose succedono in tutte le guerre, voglio dire anche i tedeschi violentavano le donne russe nl 1941 o facevano esperimenti sui gemelli ebrei, i giapponesi torturavano i prigionieri alleati in Manciuria dal 1936, queste schifezze sono note, ma nessuno è entrato mai nel dettaglio (a parte rare eccezioni di exploitation come "Men behind the sun", "Philosophy of a knife" e qualche altro)...e se il focus è quello delle perversioni sessuali abusi violenze carnali et similia sono cose che si sanno e ognuno si fa le sue considerazioni e le sue idee, qui il regista Srdjan Spasojevic ha avuto l'azzardo di ravanare in mezzo al putrido, portandolo in superficie e mettendo sul piatto della bilancia elementi di riflessione individuale, certo estremizzando troppo. Voglio dire, il messaggio può arrivare allo spettatore anche con scene fuori campo...senza ravanare sui dettagli. Di sicuro questo Spasojevic non ha tutte le rotelle a posto. Con queste premesse, chissà cosa avrà combinato nel cortometraggio 'R sta per Removed' del film "L'ABC della morte" (26 modi per morire, anno 2012). Va bè facendo un rapido calcolo 124/26 fanno 5 minuti scarsi a episodio, con un piccolo sforzo si può accettare, mi riprometto di vederlo in futuro.