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BENVENUTI AL SUD regia di Luca Miniero

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     7 / 10  02/11/2010 11:37:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi tengo alto con il voto per due motivi (più uno extracinematografico): il film fa ridere, e molto; soprattutto se avete la possibilità di frequentare persone del nord e persone del sud (nel mio caso personale abitando pure in "zona franca" centrale!), certi dialoghi e certi modi di fare vi appariranno particolarmente azzeccati. Secondo: il tutto è ottenuto senza volgarità e con un cast di attori ben affiatato che svolge bene il proprio compito di "caratteristi" (parola in disuso ma che ci dovremmo ricordare ogni volta che andiamo a vedere una commedia, sia al cinema che in teatro). Miniero gioca a carte scoperte su tutti i fronti: non risparmia alcun luogo comune, alcuno stereotipo e non ne fa una metacritica (evitando così fastidiose ambizioni pseudosociologiche a un film che dichiara esplicitamente di voler divertire il "grande pubblico" e basta), sfrutta in tal modo ogni risorsa a disposizione (dal mestiere degli attori-caratteristi ai paesaggi lombardi e cilentani, dalle abitudini alimentari al linguaggio), dichiara esplicitamente di essere "il" remake di "Giù al Nord" (se non ho letto male dai titoli di coda, nella sceneggiatura viene citato Dany Boon e viene dichiarato che essa è stata ceduta dalla Pathé per l'Italia). Dunque, un film fondamentalmente onesto.
A chi aveva amato la comicità surreale dell'originale francese non sarà sfuggito che per un'ambientazione italiana bisognava "colorare" il tutto: cosa che il film fa efficacemente. Anche da un punto di vista formale il film richiama i migliori stilemi del film comico classico (la sequenza dell'accompagno-inseguimento del neodirettore postale da parte dei suoi dipendenti lungo i vicoli impervi del paese è un autentico spasso e un omaggio alle comiche o ai cartoni animati della Warner, per esempio) utilizzando tutte (ma proprio tutte) le "ruffianerie" che possano strizzare l'occhio al pubblico. Ma questo non pesa affatto, anzi, accresce la godibilità della pellicola liberandoci la testa mentre scherza su cose ahimé serissime (il "razzismo mediatico" al quale stiamo soccombendo come nel peggior incubo orwelliano).
E qui viene il terzo motivo di merito extracinematografico del flm: se tra i clichè è sfruttato anche quello del finale a lietissimo fine con tanto di fuochi d'artificio, ricongiungimenti familiari, marmocchio in arrivo e lacrime di commiato, uscendo dalla sala ho avuto uno strano retrogusto amaro, quello di considerare che nella realtà la situazione attuale di noi italiani sia ben peggiore della somma di tutti gli stereotipi mostrati nel film e che a questo Paese non è garantito affatto un lieto fine: la lettura francamente desolante di taluni commenti in questo forum me ne ha dato una ulteriore prova provata. Se un film del genere riuscisse a farci riflettere anche solo su questo, meriterebbe l'altrimenti inspiegabile riconoscimento di "film di rilevanza culturale". O forse pure esso è un motivo di ulteriore riflessione sui tempi bui che stiamo attraversando.
elio91  02/11/2010 11:47:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La penso esattamente come te anche se lo hai espresso con parole migliori. Bel commento.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  02/11/2010 23:22:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie elio91, anch'io ho apprezzato molto il tuo commento (e in generale quel che scrivi in questo sito)...