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BLACK DEATH - UN VIAGGIO ALL'INFERNO regia di Christopher Smith

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     8 / 10  29/03/2012 13:58:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pestilenziale Morte Nera si abbatté sull'Europa in pieno XIV secolo, falcidiandone almeno un terzo degli abitanti.
Nonostante sia proprio questa a dare il nome al film, "Black Death" si occupa solo marginalmente della peste, che diventa il contesto storico e il pretesto di sottofondo per raccontare la storia di una crociata minore.
Nell'Inghilterra sfregiata dalla peste, un minuscolo villaggio riesce a rimanere immune alla pestilenza. Come nel più tipico dei racconti legato ai tempi dell'Inquisizione, presso l'alto clero sorge la convinzione che quel borgo debba questa sospetta immunità a riti di stregoneria e negromanzia. Un pugno di soldati cristiani, esperti di guerre e torture, viene quindi mandato sul luogo, con lo scopo di raderlo al suolo nel momento in cui dovessero risultare fondate quelle voci. Con essi un giovane monaco, che si unisce alla macabra comitiva per ritrovare l'amor perduto.

"Black Death" affronta numerose tematiche: il periodo storico della peste, le interpretazioni teologiche degli eventi, gli abomini delle guerre di religione, l'attaccamento più o meno coerente alla propria fede, l'esperienza e l'illusione dell'amore.
Soffermarsi su ognuna di esse significherebbe dilungarsi eccessivamente e rivelare gli intrecci del film. E' più opportuno sfiorare solo la riflessione relativa al modo in cui il regista propone l'argomento religioso.
Dice bene chi ne sottolinea una posizione neutrale, che non propende per una risposta parziale. Il film non condanna espressamente nessuno, e al contempo mostra le aberrazioni generate da TUTTI i tipi di estremismo.
Sarebbe quindi facile, ma errato, leggervi solamente una prospettiva anti-cristiana (o comunque fortemente critica). E' vero che i soldati sono uomini violenti, dai metodi decisamente poco ortodossi, che arrivano subdolamente in un villaggio rimasto in pace ed in salute nel suo rifiuto di Dìo. Ma si vedrà chiaramente che anche persone atee sapranno rivelarsi crudeli, sanguinari e disumani tanto quanto quelli di un tribunale dell'Inquisizione.
In questo carnaio di corpi, credenze e moralità, l'agnello sacrificale è il monaco Osmund, giovane ed ingenuo, che dopo aver sperimentato la vicinanza divina e l'amore terreno si ritrova a lottare con e contro entrambi, uscendone profondamente segnato.

Le atmosfere di "Black Death" sono pesantemente marcate e ricostruiscono quel "clima" di abbattimento, di sfiducia e di fragilità legato al pericolo della morte epidemica. La disperazione dell'uomo genera una distorsione della realtà che porta ad eccessi di superstizione, come il vedere necessariamente una presenza soprannaturale (positiva o negativa) dietro gli eventi terreni, a cui aggrapparsi disperatamente.
Ottimo il lavoro di regia, positiva l'interpretazione degli attori: su tutti, Sean Bean (sempre affidabile, soprattutto quando veste un'armatura) e Carice Von Houten (carismatica e affascinante, davvero un'ottima attrice che già ben figura in altre pellicole).