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I MERCENARI - THE EXPENDABLES regia di Sylvester Stallone

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     3 / 10  07/09/2010 16:12:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza la definizione dei caratteri dei personaggi, e in mancanza di percorsi (anche minimi) di esplorazione personale, si va poco lontano. Al massimo su di un'isoletta sperduta a sparar… caz*ate. Le battute, anche quelle più carine, sono fini a se stesse, e gli ideali sbrindellati, come i fisici di molti dei protagonisti, una specie di numeroso A-team. La "novità" è tutta qui.
L'unica scena gustosa che il film può vantare è quella del cameo offerto dall'attuale Governatore della California, insieme a Bruce Willis. Autoironia audace e godibile tra il passato bestiale di Rambo/Stallone (da non perdere la sua temeraria faccia compunta sul soliloquio afflitto di Rourke) e il presente politico di Schwarzenegger.
Sly indossa gli stessi occhiali di 25 anni fa, e come allora sfida tutte le leggi della fisica aggrappandosi a un idrovolante e facendosi passare le pallottole attraverso. Dopo questa beneaugurante partenza, la pellicola si adagia subito su una serie di appellativi tipo "Pluto" e "Cenerentola", "Bruce Lee" e "cagariso", "gigante" e "nano", "acaro" e via scatarrando, in un turbine di dialoghi estinti e ovvi.

Stallone, Lundgren e Rourke, qui amaramente riuniti, invece di farsi fare i tatuaggi dovrebbero mettere dei parapetti tutt'intorno ai loro volti, cadenti come i miei pettorali. Per dei mercenari maturi e di vecchia concezione, il manufatto risulta generico e superato, sempliciotto e sacrificabile, per l'appunto. Così come la forma registica tediosa di uno che, oltre a scrivere male, non ha neppure il senso del ridicolo quando si filma con dei primi piani (im)pietosi, e si glorifica in uno dei finali più sfibrati e pronosticati mai visti.

E non bastano le sparatorie al fulmicotone come nei migliori (o peggiori, dipende dai punti di vista) videogame; l'attacco al piccolo ormeggio dell'isola portato attraverso un'esplosione gigantesca è da incoscienza pura. Il nuovo film dell'italoamericano è sensibile solo ai trastullamenti action, al machismo a tutta birra e al testosterone, con in sottofondo un bel rock sostenuto a pompare le spiritosaggini cameratesche.
La parentesi "romantica" di Statham è quanto di più esiguo si potesse pensare, per non parlare di quella di Stallone, la quale gode anche di un'appendice artistica e di un ipotetico valore spirituale. Ed è forse l'unica qualità che potrebbe giustificare, alla fine, tutte le botte, le deflagrazioni, il casino e i cocci rotti.

Ma adesso basta parlare del film con toni risentiti e negativi. Faccio la classifica dei bonazzi, d'altronde questo è stato il motivo che ha stuzzicato la visione degli "expendables".
Vince la guardia del corpo (e cosa avrebbe potuto custodire, sennò?) Steve Austin, seguito dal lanciatore di coltelli (dalla lingua tenera, per fortuna) Jason Statham. Al terzo posto menzione speciale per l'esplosivo Randy Coutore a pari merito con Terry Crews, ex giocatore di football come defensive end dei Chargers. La missione è finita, andiamo in pace.