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VISITOR Q regia di Takashi Miike

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Boromir     8½ / 10  01/11/2022 10:54:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei film più estremi di Miike, non tanto nell'estetizzazione violenta (poco presente e comunque non strabordante come in Ichi the Killer) quanto nei contenuti, degni del Teorema di pasoliniana memoria. Le disfunzioni relazionali, il ritratto della deriva giovanile nipponica divisa tra bullismo e violenze domestiche, la riconciliazione attraverso l'atto perverso inscrivono perfettamente il film nella poetica di Miike e, in senso più largo, all'interno delle concettualità cinematografica giapponese (la presenza di un fattore "Q" esterno che, come Godzilla, interviene a ristabilire un equilibrio violato), trovando nel latte materno il lubrificante definitivo al raggiungimento della catarsi finale.
Dal canto suo, Miike concentra in un film di poco meno di 90 minuti tutto ciò che può disturbare lo spettatore meno disposto, dall'incesto alla violenza su minori, passando per quel miracolo della vita che sono gli escrementi. Lo sguardo digitalizzato delle immagini ben esprime la progressiva degenerazione dell'essere umano in involucro vuoto di anafettività ed esistenzialismo al di fuori di ogni regola dettata dalla morale. Un piccolo capolavoro, libero da ogni convenzione e pregno di simbolismi espressivi che s'insinuano sottopelle.