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AUDITION regia di Takashi Miike

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BlackNight90     9½ / 10  05/04/2009 15:30:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Solitudine, amore e dolore. Tutti elementi che contribuiscono a rappresentare al meglio l'interiorità dell'essere umano, tutti presenti in questo meravigliosa opera di Miike e tutti sviluppati in un linguaggio filmico che, nella totalità del film, risulta poetico e sublime.
Audition è un film indecifrabile e mutevole: si passa con naturalezza dal dramma familiare delle prime scene (struggente l'inizio, con quei raggi di luce che filtrano nella stanza d'ospedale e illuminano il primo momento di dolore, quello più straziante, per la perdita della madre) a toni più leggeri durante le audizioni, fino agli ultimi minuti di agghiacciante tortura. E man mano, restando sempre più in bilico tra realtà e sogno, senza il bisogno di dover a tutti i costi razionalizzare o dare spiegazioni.
Audition gioca sui contrasti e sull'apparenza, soprattutto su quella fisica tra il candore del volto angelico di Asami e la sua vera essenza. E anche nel finale vien fuori la complessità della sua anima, nell'antitesi tra il terribile discorso durante la tortura e il monologo finale in cui chiede perdono: Miike ci avvicina ai protagonisti, ci fa provare il supplizio di Aoyama e la sua liberazione quasi catartica dal dolore, ci fa provare pietà e non odio per Asami.
Questo è uno dei primi film di Miike che vedo, da molti è considerato il suo capolavoro assoluto e la sua opera più matura, e comincio a capire perché.