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AUDITION regia di Takashi Miike

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ilSimo81     8½ / 10  12/02/2012 16:49:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esiste un amore che sia più forte della solitudine e del dolore?

Aoyama ha smesso di sorridere da sette anni, dal momento in cui la voce pacata di un dottore ("Mi dispiace") gli ha comunicato la morte della moglie. E' suo figlio, che nel frattempo è cresciuto, a suscitare in lui il desiderio di rifarsi una vita. Ma Aoyama non ha intenzione di accontentarsi, perciò si lascia convincere a seguire il piano ideato dall'amico e collega: approfittando del suo ruolo all'interno di uno studio cinematografico, sceglierà la donna che più di tutte risponderà al suo ideale tramite una selezione, mascherata da audizione rivolta ad aspiranti attrici. Una candidata, la giovane Asami, si rivelerà perfetta per lui, al punto da diventare un'ossessione. Un'ossessione che ad un certo punto confonde i profili di realtà, sogno ed incubo. Fino alla domanda fatale: è possibile l'amore?

"Audition" è idealmente costituito da due parti e due verità.
. PRIMA parte . Potrebbe chiamarsi: Personaggi in cerca d'amore.
Un uomo dall'indole buona e dal carattere mite, Shigeharu Aoyama. Una vita drammaticamente oppressa dall'immane peso dell'assenza della moglie. Speranza di un amore dopo il dolore, fenice di un amore che vorrebbe rinascere dalle ceneri di un altro. Determinante l'insistenza di Shigehiko, il giovane figlio, alle prime armi con la scoperta adolescenziale dell'amore e animato da quella vitalità ottimista e propositiva, tipica della sua età. Il figlio che studia i dinosauri è metafora del padre: entrambi concentrati su fossili, su vite ormai passate.
Una ragazza affascinante e misteriosa, Asami Yagazaki. Un fiore delicato, con uno struggente bisogno d'essere amata. Dramma, tragedia e apoteosi di un amore sincero rimasto deluso.
Un dato di fatto inconfutabile: l'uomo ha in sé il connaturato desiderio primordiale di amare ed essere amato.
. SECONDA parte . Potrebbe chiamarsi: Universo di monadi.
"Audition" si mostra come una rappresentazione cinica e crudele dei rapporti umani. La verità nascosta di Miike sembra sussurrare che tutte le relazioni sono un equilibrio illusorio. Maschere di speranza sopra un universo di solitudine.
La morte della madre è un momento di rottura, a cui seguono storie di persone sole e animate da quell'atavico impulso alla relazione. Ma l'amore conosciuto dai personaggi di Miike esiste solo finchè dura l'illusione, dettata dall'attrazione o dalla giovane età: caduto il velo, rimangono soltanto amare spoglie.

"Audition" è carezza e schiaffo.
Nella prima parte è un film fine e delicato, come lo sono i personaggi e le loro storie. C'è un'aura di fragilità, di dolcezza e di rispetto nelle parole e nei rapporti tra di loro. E' una parte lenta e pacata, tenue nelle immagini e nei dialoghi essenziali, come una commedia un po' sentimentale un po' drammatica.
Nella seconda parte, che pure non perde quella sensazione ovattata, mostra maggior vivacità. Diventa un film duro, nelle scene e nelle parole. Viene esaltata la componente simbolica: in sequenze a volte oscuramente enigmatiche, si fondono sogno e realtà, presente e passato, amore ed orrore. Un crollo che era preannunciato dalle parole scettiche dell'amico di Aoyama ("Penso solo che la vita non sia così facile"). Lo spettro della perversione inizia ad aleggiare nella bellissima immagine del sorriso maligno di Asami, al suono dell'attesa telefonata che spalanca le porte di un esito drammatico.

Forse "Audition" non assurge ai livelli di altri capolavori assoluti, ma resta senz'altro notevole e pregevole per molti aspetti. Certo è molto più che un horror: è un delicato dramma che si interroga sulla possibilità di un amore che sia più forte della solitudine e del dolore. Le due risposte stanno nelle parole di Aoyama ("Un giorno scoprirai che la vita è bellissima") e in quelle di Asami ("Le parole generano bugie. Il dolore invece è veritiero"). E' bello pensare che non sia Miike, ma lo spettatore, a scegliere quale sia la risposta definitiva.