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THE SOCIAL NETWORK regia di David Fincher

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kafka62     8½ / 10  18/04/2018 10:07:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The social network" potrebbe essere un film epocale, un film cioè che un giorno avrà forse il merito di essere considerato paradigmatico di un periodo – il primo decennio degli anni 2000 – che Internet ha plasmato più ancora di quanto oggi si sia disposti ad ammettere. La cosa più stupefacente è che lo spirito del tempo sia colto dal regista attraverso una narrazione apparentemente cronachistica, quasi un documentario sulla nascita di Facebook (è in fondo lo stesso metodo da lui utilizzato nel sottovalutatissimo "Zodiac"). La pellicola, partendo dalle cause milionarie intentate a Mark Zuckerberg dall'amico e co-fondatore di Facebook e da tre compagni di università che cercarono di attribuirsi la paternità dell'idea, ricostruisce passo passo, andando a ritroso negli anni, l'origine del "social network" più famoso nel mondo, inizialmente pensato come un'iniziativa a livello universitario e poi rapidamente esploso a livello planetario con milioni di iscritti. Il film procede con ritmi altissimi, un montaggio forsennato, dialoghi fulminanti (la geniale sceneggiatura è di Aaron Sorkin) e una musica (di Trent Reznor, dei Nine Inch Nails, e Atticus Ross) potentissima, seguendo fedelmente la parabola del protagonista, che da "nerd" ambizioso ma imbranato nei rapporti interpersonali si ritrova ad essere il più giovane miliardario al mondo, senza per questo mai perdere, a differenza degli "squali" che lo circondano (ad esempio il giovane creatore di Napster, il quale arriva a plagiarlo con la sua carismatica personalità), la sua aura di adolescenziale idealismo. "The social network" non parte da una morte (anzi, Zuckerberg è ancora in piena attività), eppure la parabola dell'inventore di Facebook mi ha fatto pensare al "Citizen Kane" di Orson Welles, soprattutto nelle bellissime immagini finali, in cui Zuckerberg chiede di essere ammesso tra gli "amici" della ragazza che lo aveva lasciato anni prima e il cui profilo campeggia sul portatile aperto davanti a lui, svelando impietosamente come, nonostante un'infinità di amicizie virtuali, si possa continuare ad essere tremendamente soli al mondo.