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THE SOCIAL NETWORK regia di David Fincher

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DarkRareMirko     9 / 10  16/02/2011 05:23:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film diretto in modo squisito da un gran regista, che ha saputo rendere avvincente una storia di per sè non poi così interessante, sul solito nerd che, con faccia tosta, menefreghismo e tanta passione per i soldi, salta alla ribalta.

Il discorso da fare su Facebook è lungo e controverso; è tutta 1 moda, è un catalizzatore di voyerismo, è per chi piace guardare e per chi ama farsi guardare.
Riduce persone a pagine telematiche, caratterizzate dallo stesso tipo di informazioni disponibili a mò di elenchi, moltiplica qualunquismo e banalità, rende l'approcio ironico e scherzoso praticamente l'unico mediante il quale, per l'appunto, poter socializzare.

E' uno strumento inquietante, ambiguo, meschino, subdolo, potente, accattivante perchè fa leva sui bassi istinti.

Con queste premesse a dir poco apocalittiche, spicca comunque anche il poter comunicare in modo gratuito con persone lontane, nonchè magari il poter anche aiutare queste ultime.

Anche io sono registrato su Facebook, ma diciamo che il mio uso è il quanto più possibile anticonformista; ci ho caricato su pochissime foto (meno di 10), condivido pochi link e, per la maggior parte del tmepo, ci posto citazioni dei personaggi più disparati (Blake, Pasolini, De Sade, Hitler (!?)), spesso cercando di rispondere a messaggi di chi, magari, desidererebbe avere il mio aiuto, vuoi scolastico, vuoi di altro tipo.

Tornando al film, gli attori sono bravi (il teenebroso Timberlake fa una gran parte - tra l'altro, curioso come Facebook sia collegato ad un peer2peer come Napster -), la fotografia è magnifica, ottimo il caratterizzare Zuckerberg in modo NON totalmente positivo, profilo che del resto è spesso collegabile a questo tipo di gente che, giovanissima, arriva al successo, ottima pure la sceneggiatura che alterna tra se e sè diversi momenti appartenenti a collocazioni temporali diverse.

Fincher ha però un pò troppo lasciato perdere il discorso modaiolo/sociologico da me fatto poc'anzi e, attraverso le infinite possiiblità offertedel mezzo filmico, questo poteva davvero arrivare a grandi messaggi.

Così non è stato, peccato, ma siam ad ogni modo di fronte ad un ottimo esempio di mix tra thriller/reportage/documentario.

Gli uomini dell'anno però magari dovrebbero esser altri, senza nulla togliere al furbo Zuckerberg (che con tutti i soldi che ha, porco diavolo, potrebbe pure migliorare quello schifo di chat che c'è su Facebook)...

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