caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL CIGNO NERO regia di Darren Aronofsky

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento Elly=)     10 / 10  19/10/2012 21:30:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un capolavoro unico dell'appena trascorso decennio, una pellicola che fa venire i brividi, un'angoscia soffocante intrinseca in tutta la narrazione: negli ultimi venti minuti la suspense è una delle più tirate in assoluto che si conclude in un finale che toglie il fiato in maniera definitiva. Una forza emotiva, un vuoto stroncante, come pochi film sono riusciti a trasmettere.
Un thriller psicologico la cui forza risiede tutta nella protagonista: contrastante, ambigua, eccessiva, emblematica. Una giovane donna a cui capita tra le mani inaspettatamente il ruolo della sua carriera per il quale cercherà ai limiti della razionalità di raggiungere la perfezione assoluta. Un personaggio controverso, ossessionato che piano piano correrà verso la sua fine. Il film può essere visto come un principio di autocatalisi: lei è la sostanza che da sola si produce i propri catalizzatori, cioè personaggi ambigui come lei ma che nella realtà i loro lati oscuri non esistono, stanno solo nella sua mente, finchè non arriva al momento della reazione, al momento in cui scoppierà. La Portman vince l'oscar per uno dei ruoli meglio interpretati non solo nella sua vita, ma in tutta la storia del cinema. Il coreografo (Vincent Cassel) non è certo da meno e Aronofsky si conferma uno dei più grandi registi degli ultimi vent'anni e il suo stile rimane inconfondibile dalla caratterizzazione dei personaggi alla profonda introspezione psicologica, dai malati in ospedale alle scene più angoscianti come quando lei si scortica le unghie. Le musiche di Clint Mansell insieme ai Chemical Brothers e alla fotografia di … sono dei piccoli brividi che contribuiscono a rendere questo film un masterpiece grazie alle note drammatiche e toccanti (di cui Mansell ci aveva dato assaggio in REQUIEM FOR A DREAM) e alla fotografia dai toni forti che da il suo massimo nelle scene del balletto dove costumi e trucco risaltano dando una brillantezza totalmente viva al film, quest'ultima sottolineata anche dai molti movimenti della mdp in simbiosi con i movimenti dolci del ballo.
THE BLACK SWAN è uno di quei film, rari film, in cui lo spettatore si ritrova fino in fondo dentro al plot e rimane sospeso nella realtà cinematografica dall'inizio alla fine. L'immedesimazione con uno dei personaggi diventa quasi una catarsi, il mondo che ci fa vedere Aronofsky è un mondo reale anche se viene continuamente filtrato dalla non-realtà, i personaggi principali non sono così diversi da noi e la protagonista sembra essere il vero specchio della nostra selvaggia e complicata natura antropologica. Nina è ossessionata dal successo, non solo plateale, ma soprattutto interiore, la realizzazione della propria vita, una cosa che sua madre non è mai riuscita a fare, un contrasto tra figlia-madre che diventa implacabile, lei sempre più distante e da docile cigno bianco (Odette), ingenuo e razionale, diventa un cigno nero (Odile) assetato di vittoria, tanto da denigrare sua madre, da reputarla una fallita. La sua collega (una sempre più brava e sempre più gnocco Mila Kunis) che cerca solo una semplice amicizia diventa, oltre che innocente desiderio erotico, anche l'elemento delle sue paure più grandi, colei che potrebbe sottrarle da sotto gli occhi il suo ruolo con tanta facilità che potrebbe finire tutto in uno scontro all'ultimo sangue, dove una delle due potrebbe morire. A chiudere il cerchio della sua pazzia ci pensa il coreografo, un uomo adulto dall'ingente fascino dell'uomo maturo e del professionista che in qualche modo sostituisce la mancanza e l'affetto del vero padre di lei ma al quale quasi stonatamente non costa niente costruire una relazione unicamente propensa al sesso, sapendo benissimo che lei è vergine. Una verginità, una purezza che s'identifica con il personaggio iniziale, quando è solo un'ingenua giovane donna che dorme ancora con i pupazzi che la sua cara mamma continua a comprare, un bellissimo cigno bianco, ma la rigida identificazione con il proprio ruolo, la porterà a dipingersi di nero, a provare esperienze erotiche nuove, a ribellarsi con le proprie radici, e a perdere ogni contatto con la realtà.