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UNA VITA TRANQUILLA regia di Claudio Cupellini

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oh dae-soo     8 / 10  09/04/2011 23:11:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: il commento contiene anticipazioni.
Padri e figli.
Il passato che ritorna.
Ricominciare, ogni volta, una vita nuova.
Magistrale noir del fin qui mai sbocciato Cupellini, capace di andare (evidentemente) a lezione da Sorrentino per tirar fuori però un'opera non di moltissimo inferiore al film di riferimento, Le Conseguenze dell'amore. Scommetto che l'uso del superlativo Servillo sia dovuto proprio a questo, scelta fatta a tavolino con questo preciso riferimento.
Servillo, già. Ogni volta stiamo a tesserne le lodi giudicandolo spesso come vero e proprio valore aggiunto delle pellicole a cui prende parte. Il "problema" è che così è, c'è veramente poco da fare. Mi ricorda molto un altro fenomeno, Daniel Auteil, specie quello in certe pellicole come ad esempio L'Avversario o Cachè. Se Una vita tranquilla fosse stato girato in Francia sarebbe stato lui l'attore, c'è da scommetterci.
Grazie a Gomorra (altra masterpiece italiana) si è finalmente sdoganato l'uso del dialetto, indispensabile secondo me non solo per dare più verità ma, come in questo caso, anche una maggior tensione. Tale concetto sembra strano ma sentire inteagire i 2 ottimi, veramente ottimi giovani malavitosi nella loro lingua dà tutta un'altra atmosfera. Si repira a volte una tensione che mi ha ricordato moltissimo quella provata ne L'Imbalsamatore.
Basta l'incipit con lo zoom indietro nel bosco per farci capire che mano ci sia alla regia, mano poi confermata in tutto il resto della pellicola (con 2,3 virtuosismi, forse inutili?, proprio come il regista de Il Divo). Non bastano però grandi interpretazioni e un'ottima regia a fare un gran film, serve la scrittura e anche qui il livello è lo stesso. Il "climax informativo" (vero e proprio neologismo,orrendo tra l'altro) con il quale sappiamo sempre qualcosa in più del passato di Rosario è gestito in maniera impeccabile e alla luce di quello che scopriremo sono molte le scene che andrebbero riviste (L'arrivo dei ragazzi durante il pranzo, Diego che si confonde sulla data di morte del padre o quando lo stesso Diego dice a Servillo "tu che c.azzo ne sai di quando i figli si fanno grandi?). Anche la figura di Rosario, suo malgrado, dovrà far riaffiorare quella che è la sua vera natura. Eppure era riuscito con onestà ed amore a (ri)farsi una vita tranquilla, tagliare definitivamente le marce radici che lo tenevano legato al suo terribile passato.
Rosario è sì una persona nuova, capace sotto il pericolo di morte a riscoprire,forse, la paternità (bellissimo l'abbraccio con Mathias, da brividi) ma dall'altro lato è sempre lo stesso ex malavitoso costretto a scappare, scappare più volte e ogni volta ricominciare da capo. Sinceramente non ho amato moltissimo il finale, molto egoistico per conto mio, ma è senz'altro coerente col resto della pellicola.
Non c'è niente che ci fa pensare che Rosario tagli definitivamente i ponti anche con la nuova famiglia ma il sospetto è forte, e forse c'è stata un pò di fretta nel gestire la sequenza.
Ce ne fosse di cinema così però, ce ne fosse.
E, per fortuna, ce n'è.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  10/04/2011 15:46:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
;-)
oh dae-soo  10/04/2011 22:44:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! Hai salvato sicuramente qualcuno.