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ANIMAL KINGDOM regia di David Michôd

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Zazzauser     6½ / 10  09/02/2021 00:30:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La famiglia Cody e' un animale morente, una bestia braccata e ferita; lotta continuamente contro il giustizialismo privato dell'antidroga di Melbourne, cerca di dimenarsi, con tutti i mezzi, per uscire dalla gabbia nella quale la costringono. E se ha una zampa incastrata in una tagliola, non cerca di sollevarne le lame, piuttosto se la amputa di netto. E quella zampa e' il nipote Josh, un ragazzo appena diciassettenne che dopo aver assistito impotente, quasi indifferente, all'overdose e alla morte della madre e' costretto ad attaccarsi ai suoi zii e alla nonna materna.
Come film d'esordio e' tecnicamente ben fatto (ben fotografato soprattutto), ma c'e ben più di qualcosa che non convince del tutto in questo "Animal Kingdom" di Michôd; tutto e' molto, - dallo stile di regia alla delineazione dei personaggi - esageratamente freddo, tagliente, distaccato, anaffettivo, al punto che diventa incapace di scatenare - perlomeno a me - genuine reazioni emotive. La figura di nana Smurf e' agghiacciante nella superficialita' con cui reagisce alla morte della figlia prima e del figlio dopo e contemporaneamente dimostra questi slanci affettati nei confronti dei figli; tutti gli altri personaggi (compreso il protagonista e la fidanzata, forse tranne il personaggio di Edgerton fatto fuori ben prima del dovuto) sembrano degli automi che si muovono in un mondo irreale e senza regole; non ti entrano nelle ossa, non vibrano di realta' ed emozioni, sono quasi monodimensionali (Ben Mendelsohn e' il fulcro della vicenda ma non cattura per niente).
L'idea e' buona ma la sceneggiatura e' assolutamente priva di climax e le frequenti ellissi temporali non contribuiscono a creare un fluido narrativo organico.
Non saprei manco bene come spiegarlo ma e' un film che mi ha lasciato parecchio distante e straniato dalle situazioni che mostra, se l'intento era quello di mostrare "la banalita' del male" forse ci riesce ma a conti fatti assurge a dramma familiare evitando di scadere nel crime tout court ma senza avere la potenza necessaria a far breccia nella memoria