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CAMMINANDO SULL'ACQUA regia di Eytan Fox

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  06/12/2004 00:02:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando. dopo circa trenta minuti di film, provavo un'intensa insoddisfazione non avrei immaginato di poter provare "dopo" qualcosa di ben diverso. Elegiaco, rassicurante, si confonde il tutto nel tenue lirismo del finale, forse un pò compiaciuto Troppe cose da dire, e qualcosa che avrei omesso volentieri (l'assalto dei naziskin in metropolitana ai trans tedeschi sembra la classica trovata effettistica del regista che vuole colmare in qualche modo una scena inutile) eppure questo film a tratti irritante altrove bellissimo qualcosa rivela di sicuro. Una tensione erotica molto forte, tanto per cominciare, mai così casta a pura, lontanissima da tutte le morbosità intenzionali quando si parla di omosessualità, e appunto quel formidabile Eyal - cinico sì ma colto in momenti di autentica tenerezza e comunicativa omoerotica col ragazzo tedesco... Please, nessuno si schifi per questo: sia perchè il tutto rimane compresso in un sentimento troppo bello (attenzione, nessuna censura morale, checchè se ne dica o pensi) per diventare sesso mercenario, sia perchè - e finalmente - abbiamo un film che osa diffondere l'omosessualità come un bisogno umano, maschile certo, di unire indivisibilmente corpo e cervello con l'altro Purtroppo però diverse altre cose andrebbero evitate: non so cosa sia accaduto in fase di montaggio, ma quel che ne esce è un'opera piuttosto schematica e tecnicamente imprecisa l'incontro di Eyal col tedesco è inizialmente risolto frettolosamente, i margini ideologici e razziali tra passato e presente resi - almeno inizialmente - con una superficialità diametricalmente opposta alle intenzioni alte del film, lo stesso bisogno di messianizzare l'icona del Cristo attraverso gli occhi del ragazzo - quasi come lo sguardo lontano di tadzio nel Visconti di "morte a Venezia" - superfluo e banale. Come pretestuoso non è ma rischia di esserlo il passaggio delle licenze, tra chi conosce la nuova cultura (limiti e pregi di una terra sacra dilaniata da odi e attentati) ebraica, e chi diventa testimone di un tempo che scorre, recidivamente, nell'architettonica, austera eppure così camp Berlino di oggi. Ma Fox è anche capace di acutissimi colpi d'ala: l'Eyal che sublima l'amore per il ragazzo non con un bacio ma con un bisogno disperato di abbracciarlo fra le lacrime, l'apparizione del "mostro" di famiglia accolto in una catarsi dark degna di un film horror o dell'ultimo, inquietante Kubrick Schnitzelliano... Strano, sembra quasi che questo autore inizialmente tanto irregolare trovi modo per conventirsi a un cinema che esrpime, imprime, conosce tutto ciò che prima non è stato detto compiutamente Ma al di là del fastidio che ancora posso provare per il kitsch imbarazzante della musicamabilia omosex (ma perchè il gusto dell'orrido abita sempre qui?) e soprattutto dell'insopportabile trashiume delle popsongs italiane (una moda dopo Ozon? Potrei farne a meno grazie), al di là di un finale "sospetto" che fa presagire - più che una neo-conversione etero, un menage a trois di famiglia, la forza umanissima del film emana qualcosa di sconvolgente Anche quando dipende in che modo si possa condividere di parteggiare per Sharon o la disperazione truculenta dei palestinesi di oggi Xionismi pericolosi
marie  16/12/2004 05:34:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono andata a vedere questo film dopo aver letto il tuo commento - scrivi commenti belli nella forma e nel contenuto-, non sono d'accordo con alcune tue osservazioni, ma sono felice di aver visto un film diverso e intenso, bello davvero.
WildHorse  02/09/2008 03:03:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:-(