kowalsky 6½ / 10 30/12/2010 00:12:08 » Rispondi Mi spiace di dovermi sentire obsoleto se possiedo due cellulari e nessun smart phone (è una battuta ovviamente) ma dopo aver visto Tron 2010 ho avuto un notevole bisogno di riportare i piedi per terra. Ci sono due momenti veramente grandiosi nel film: la prima è quando il figlio racconta al padre le tante sventure del mondo contemporaneo, la seconda è (spoiler) Il fatto che l'immagine migliore di tutte sia quella dove la dimensione terrena (terrestre) vive un raro momento compiuto, la dice lunga. Ci sono critici che hanno giustamente osannato la perizia tecnica di questo giocattolone tecnologico e tecnocratico, e molti a dirci che rispetto ai tempi di Blade Runner sono stati fatti passi da gigante, e che ora tutto e niente può stupirci - appunto: tutto e niente - e via dicendo. Non sono così vecchio da storcere il naso davanti alla tecnologia. Continuo a pensare che Avatar, come tentativo di raccontare una metafora della storia attraverso il futuro, sia un film impeccabile e persino emozionante. In questo caso, il sottoscritto ha provato pochissime emozioni, più volte ha prevalso la noia (credo anzi di essermi addormentato per qualche minuto), salvo lo stupore per l'operazione post-clip dove la musica dei Daft Punk - che adoro da sempre - si sposa con le immagini al punto di diventare il vettore principale dell'immagine e dell'immaginario dell'eccentrica band europea. Tutto qui. Il resto procede come un enorme videogame allungato che sicuramente ne genererà diversi altri, con un'esplicita condanna all'esperienza umana vista attraverso il potere delle macchine, come se non si fosse già visto e sentito in decine di altri film precedenti. La società cyborg formata da plotoni d'esecuzione, come nei picchetti militari, ricorda l'egemonia nazista, quasi come se presente e futuro non potessero far altro che collocarsi a quella che è la primaria ma di certo non l'unica forma di coercizione umana di massa delle peggiori società nazionaliste. Probabilmente niente e nessuno sarà come prima dopo questo film, che raggiunge vertici visivi onnipotenti, ma non so dire se sia un pregio o un limite. Il rimpianto per un certo passato permane. Con un 3-d usato a sproposito, e del tutto superfluo al contesto visivo, ehm, virtuale
quando il giovane, nell'ultima sequenza, mostra a una ragazza vissuta nell'oscurità la bellezza del sole.
Beefheart 14/10/2011 12:42:49 » Rispondi Scusa... una sola semplicissima domanda: come possono "pochissime emozioni", "noia prevalente" e "sonnolenza" giustificare un sei-e-mezzo? Grazie, ciao
Cinema is Dead 31/12/2010 12:02:21 » Rispondi - ''I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.'' E un'altro paio di amenità del genere (pronunciate in una poetica mansion tecno-montana dal ca##etto cotonato di turno figlio di papà manager multimiliardario di turno, dopo aver fatto pubblicità a Ducati, Nokia e Apple per la prima mezzora) per un totale di 3.5 secondi netti (che spreconi alla Disney, nèh?) di una sceneggiatura videoludica vergonosamente decerebrata di un film completamente vuoto e inutile costato 300 milioni di dollari. Una scena illuminante, un fulgido e approfondito esempio di sincera e coerente invettiva sociale, quasi un grido di rabbia e di dolore per le ''tante sventure del mondo contemporaneo'', oserei.
- Il belloccio e la bella fi#a (graziati da caratterizzazioni psicologiche di profondità oceaniche) sfrecciano sulla Ducati (DUCATI, D-U-C-A-T-I) in perfetta piega tra sguardi, sorrisetti e ammiccamenti cool mentre sullo sfondo si staglia un bell'albeggiare da cartolina ovviamente panoramico. Insomma, un mesto e intimo inno alla semplicità mistica della Natura.
In quanto a impianto e registro testuale nel contesto di scene di forte impatto e impegno sociocritico dire quasi che l'esame di ammissione e l'ultimo colloquio nel Decalogo 5 o i quattro minuti finali di Rosetta prendono paura, in confronto a questa.
- ''I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.'' E un'altro paio di amenità del genere (pronunciate in una poetica mansion tecno-montana dal ca##etto cotonato di turno figlio di papà manager multimiliardario di turno, dopo aver fatto pubblicità a Ducati, Nokia e Apple per la prima mezzora) per un totale di 3.5 secondi netti (che spreconi alla Disney, nèh?) di una sceneggiatura videoludica vergonosamente decerebrata di un film completamente vuoto e inutile costato 300 milioni di dollari. Una scena illuminante, un fulgido e approfondito esempio di sincera e coerente invettiva sociale, quasi un grido di rabbia e di dolore per le ''tante sventure del mondo contemporaneo'', oserei.
- Il belloccio e la bella fi#a (graziati da caratterizzazioni psicologiche di profondità oceaniche) sfrecciano sulla Ducati (DUCATI, D-U-C-A-T-I) in perfetta piega tra sguardi, sorrisetti e ammiccamenti cool mentre sullo sfondo si staglia un bell'albeggiare da cartolina ovviamente panoramico. Insomma, un mesto e intimo inno alla semplicità mistica della Natura.
In quanto a impianto e registro testuale nel contesto di scene di forte impatto e impegno sociocritico dire quasi che l'esame di ammissione e l'ultimo colloquio nel Decalogo 5 o i quattro minuti finali di Rosetta prendono paura, in confronto a questa.
La seconda: in un'articolato finale, il bel rampollo e la tecno-gnocca, forti di una caratterizzazione psicologica di profondità oceaniche, sfrecciano sulla Ducati (Dai, siamo davvero sicuri fosse una Ducati?) scambiandosi sguardi, sorrisi e ammiccamenti decisamente cool, mentre sullo sfondo della super-città scorre un bell'albeggiare da cartolina ovviamente panoramica. Un mesto e intimo inno alla mesmerizzante semplicità della Natura.
Due momenti grandiosi di Cinema, davvero.
Ora va bene che il mio, per omaggiare il vecchio Guccio, è da sempre ruggito che si fà belato, ma almeno te ripigliati una minima.
- Il belloccio e la bella fi#a (graziati da caratterizzazioni psicologiche di profondità oceaniche) sfrecciano sulla Ducati (DUCATI, D-U-C-A-T-I) in perfetta piega tra sguardi, sorrisetti e ammiccamenti cool mentre sullo sfondo si staglia un bell'albeggiare da cartolina ovviamente panoramico. Insomma, un mesto e intimo inno alla semplicità mistica della Natura.
Due momenti grandiosi di Cinema, davvero.
themoover 30/12/2010 18:36:20 » Rispondi Indubbio che alcune scene possano essere IPNOTICHE, sia per la particolarità delle immagini in combinazione con una musica molto particolare, il film non è definibile noioso o soporifero in alcuna parte.
kowalsky 30/12/2010 19:49:36 » Rispondi Dipende dai punti di vista, io lo trovo noiosetto e manca pure di autoironia
La seconda: in un'articolato finale, il bel rampollo e la tecno-gnocca, forti di una caratterizzazione psicologica di profondità oceaniche, sfrecciano sulla Ducati (Dai, siamo davvero sicuri fosse una Ducati?) scambiandosi sguardi, sorrisi e ammiccamenti decisamente cool, mentre sullo sfondo della super-città scorre un bell'albeggiare da cartolina ovviamente panoramica. Un mesto e intimo inno alla mesmerizzante semplicità della Natura.
Due momenti grandiosi di Cinema, davvero.
Ora va bene che il mio, per omaggiare il vecchio Guccio, è da sempre ruggito che si fà belato, ma almeno te ripigliati una minima.
peter-ray 02/01/2011 02:33:59 » Rispondi Ahahaha. Son vecchio anche io perché ho due cellulari e nessuno smartphone. Lo vedrò domani (in 3D perché in 2D non l'ho trovato).
Conoscendo il primo, l'unica cosa che mi aspetto da questo film è la grafica spinta all'ennesima potenza. In questo credo che non rimarrò deluso. Sperò cmq che non siano così tanti i momenti morti.
kowalsky 03/01/2011 21:10:41 » Rispondi Visivamente non fa una grinza, non delude affatto,.. il problema è che...
Suskis 12/01/2011 01:42:29 » Rispondi una delle poche cose che ho apprezzato è l'uso del 3D nel mondo "finto" e del 2D in quello "vero" (come a ribaltare le cose mostrandoci che il mondo vero è quell'altro). quanto a citare Blade Runner, lui nel 1982 era visivamente 1000 volte + avanti di quanto lo sia questo film oggi.
Cinema is Dead 31/12/2010 12:45:35 » Rispondi Grazie ai simpatici bug e momentanei lapsus del motore del sito, la positiva costruttività del mio intervento riguardo ai due momenti grandiosi di cui sopra si impaperata completamente, tant'è che ho dovuto riscrivere da capo il secondo pezzo sulla scena dell'alba perchè in un primo momento era sparito nel nulla, salvo poi ritrovarmelo nello spoiler del pezzo sulla scena delle disgrazie del mondo (gentilmente doppiato), dove in realtà era originariamente previsto un semplice (quanto inutilmente polemico) rimando alle scene dell'esame e del colloquio in prigione nel Decalogo 5 e degli ultmi quattro minuti di Rosetta per evidenziare come esse possano soltanto impallidire in fatto di impostazione e articolazione di registro dell'invettiva sociocritica in confronto a quella di Tron.
Mi scuso con il diretto interessato per il gran casino risultato alla fine, del resto completamente indipendente dalla mia volontà