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L'ESPLOSIVO PIANO DI BAZIL regia di Jean-Pierre Jeunet

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     7½ / 10  15/01/2011 10:46:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per chi adora la cinematografia di Jean-Pierre Jeunet come il sottoscritto, questo film deliziosissimo rimane una incompiuta via di mezzo tra il grottesco estremo di "Delicatessen" e la poesia incantata de "Il favoloso mondo di Amélie". Questa irresolutezza dà la straniante sensazione di un "qualcosa che manca", cosa incredibile vista la visionarietà ultra-barocca del regista d'Oltralpe.
Una storia assolutamente e risolutamente pacifista trattata "à la manière" delle grandi pantomime del cinema di inizi Novecento con un cast di attori semplicemente straordinario nel quale spicca un Dany Boon che da molti è stato giustissimamente definito "chapliniano". Ma il fascino dei film di Jeunet sta nelle atmosfere che sa evocare, nella prorompenza dei dettagli bizzarri di cui inonda le sue creazioni (osservate bene tutte le invenzioni create con i rifiuti nell'Officina dei Micmacs, per esempio), nella assoluta assonanza tra ritmo di montaggio e musiche (bellissima la colonna sonora di Raphaël Beau), nella caratterizzazione grottesca ed estrema dei personaggi che sembrano uscire o da un fumetto o da una comica; in definitiva, dall'aria di favola che tira sempre anche nei suoi film più cupi ("Delicatessen" o, ancor più, nel sottovalutato "La Cité des Enfants Perdus"). Ancor più notevole l'atteggiamento veramente pacifista di questa trama che propone un interrogativo semplice: "E se facessimo vivere a un fabbricante d'armi e ai suoi mercanti le conseguenze del propio operato senza però torcere loro un capello?". Su questa innocente (ma non stupida) ipotesi, Jeunet e Guillaume Laurant costruiscono un film intelligente, piacevolissimo, infantile nel senso più positivo del termine riversando ed esaltando tutta la loro verve artistica.
Scenografia, costumi, montaggio e fotografia sono a dir poco stupefacenti (costumi, scenografia e suono premiati col César nel 2009), come sempre negli standard di questo visionario autore francese.
Resta però quell'incompiutezza che non riesce a dare poesia alla profonda umanità dei personaggi (come avveniva in Amélie), né quella cupezza che caratterizzava "Delicatessen" (Dany Boon e la banda dei Micmacs sono troppo solari e positivi), per cui, soddisfatti occhi e cuore, si rimane un po' con lo stomaco vuoto. Detto questo, come è stato giustamente scritto qualche commento più sotto, magari ci proponessero "L'esplosivo piano di Bazil" come Cinepanettone e soprattutto magari se avesse quel successo. Invece...

"Lei è Calculette. Suo padre era un agrimensore e sua madre una sarta. Ha un cervello grande come un fagiolo ma ha l'occhio molto lungo. Misura, calcola, valuta e organizza qualsiasi cosa gli altri portino a casa. Conta sempre tutto, e si può sempre contare su di lei". Génial, n'est-ce pas?