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QUALUNQUEMENTE regia di Giulio Manfredonia

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     6½ / 10  23/01/2011 02:31:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si ride molto poco e sempre amarissimamente in questo ultimo film di e con Antonio Albanese. Non certo per demeriti artistici del noto comico nazionale e del cast di questa pellicola (che si attestano nella media alta che da due stagioni in qua caratterizza le nuove commedie all'italiana al di fuori degli indigesti cinepanettoni), bensì per una ragione che è "esterna" al film stesso: come si fa a fare satira su dei fatti che nella realtà la scavalcano? "Qualunquemente" è, senza volerlo, un film tragico dove, in poco più di un'ora e mezza, ci viene snocciolata la storia di almeno un trentennio (ma forse le radici del male sono più lontane o addirittura originarie alla nostra Nazione) di degenerazione politica, comunicativa e morale nei costumi sia pubblici che privati.
Cosa sono le "riflessioni" di Cetto Qualunque rispetto a Mignottopoli? Cosa sono le dichiarazioni para-economiche del candidato sindaco rispetto a quel che ci viene raccontato senza contraddittorio alcuno in Economia dai tempi di Reagan-Thatcher ad oggi (nonostante i recenti collassi finanziari)? Quanto irriverente può essere la sequenza della Messa rispetto alla grande riverenza che la Chiesa Cattolica reale mostra nei confronti dei poteri e dei soldi di cui si può servire nonché di fronte all'uso politico dei pulpiti in occasione di elezioni e referendum? Quanto può far ridere la battuta sulla causa dell'ingorgo iniziale quando ormai consideriamo tutto questo come "normale" o fatalisticamente "inevitabile"? E il paese trasformato in Far West? Può far ridere mentre tutti i giorni ci scontriamo col pesce grosso di turno che ci distrugge la vita senza che giustizia possa essere fatta, dato che ormai la legge vale solo per i poveracci mentre i cavilli scagionano puntualmente "chi può"? Si può ridere sull'incongruenza tra valori ostentati e quelli vissuti quando abbiamo visto dal vero chi erano i paladini e capofila del cosiddetto "Family Day"? E si può ridere sul potere "d'u pilu" quando le Reti del Padrone inondano del suddetto "pilu" tutte le trasmissioni prodotte ed emesse nella cosiddetta "fascia protetta"? Ma forse il colpo di grazia Antonio Albanese ce lo offre nella sequenza del dibattito elettorale televisivo e, soprattutto, quando ordina a uno dei cugini la "colorazione delle schede bianche": la definitiva resa all'impotenza di un potere da clan familistico che ormai schiaccia tutto e tutti è irreversibile. E magra è la consolazione di sapere che sotto lo Stretto il candidato Qualunque costruirebbe pure una galleria (oltre a un Ponte di pilu) perché "ogni buco rende tutti più contenti"...
Il 6 1/2 è al merito artistico e all'inca**atura di chi ha scritto la sceneggiatura.
Sardello  23/01/2011 10:10:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho ancora visto il film, ma penso che la tua incazzatura e riflessione sia più una reazione più che voluta.

Se la visione del film non lascia un po' di amaro in bocca, non è lo stile di Albanese.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  24/01/2011 00:33:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, io ammiro Albanese. E dico che questo film, nel suo genere, è fatto benissimo. Il problema è un altro: mi sembra che sia stato Totò ad affermare che è sempre comica la disgrazia altrui. Ecco, il problema di questo film è che vorrebbe essere comico su una disgrazia (o più) che non sono altrui, ma nostre, immediate. E' come aver voluto far ridere del funerale di nostra madre.
annibalo  01/02/2011 16:52:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
infatti...è così dilagante il degrado....se pensate che un de pretis fu allontanato dalla sua carica in parlamento per una presunta bigamia(in realtà a malta furono trovati i documenti del secondo matrimonio)...e invece ora si è così impuniti e arroganti nel calpestare la dignità altrui!